Amministrative, Bianco lancia la sfida: “I catanesi mi vogliono, ho riportato la luce in questa città”

- Pubblicità -

CATANIA – “La notte sogno una bella città / con tutte quante le comodità / fatta di grandi insieme ai bambini / con anche il mare e cento giardini”. Inizia con le voci bianche dei piccoli coristi di “Musica Insieme” registrata un anno fa a Librino la convention che apre la campagna elettorale di Enzo Bianco. Il quattro volte sindaco ci riprova alla testa di una coalizione di centrosinistra composta da cinque liste civiche. Assente il tricolore del Partito democratico. Ma i big del Pd etneo sono tutti in sala, nella splendida cornice del Cinema Odeon.

Ci sono Luca Sammartino e Valeria Sudano, Concetta Raia e Michela Giuffrida, Giovanni Burtone e Giuseppe Berretta. C’è l’Assessore alla Cultura uscente Orazio Licandro, e c’è mezza giunta comunale con Saro D’Agata, Saro Lombardo, Salvo Andò, Salvo Di Salvo. E ancora l’esercito dei consiglieri uscenti, candidati e ricandidati, gli Assessori in carica e designati, i presidenti delle società partecipate e del sottogoverno cittadino.

- Pubblicità -

Ad introdurre il primo cittadino, oltre alla processione di politici, alcuni rappresentanti della società civile. Tra gli altri Emanuele Rapisarda, preside della Scuola Pestalozzi a Librino, Salvatore Castoro, curatore degli orti urbani nello stesso Quartiere, Antonio Grillo, manutentore volontario della spiaggetta di San Giovanni Li Cuti, e Sarah Spampinato, ideatrice del Pop Up Market. Tutte realtà rese possibili dall’impegno del sindaco Bianco, sottolineano i responsabili.

Finalmente l’ex ministro dell’Interno sale sul palco ad arringare la folla: “È vero, sono passati trent’anni dalla mia prima volta a Palazzo degli Elefanti ma sono ancora emozionato – dice Bianco – ringrazio il PD, le forze politiche e tutti gli assessori che hanno governato con me. Senza di loro non ce l’avrei fatta. Un augurio anche agli assessori designati: Antonio Mannino, Gianluca Costanzo, Ersilia Saverino, Orazio Arancio, attualmente a Mosca. Ho scelto persone che stanno facendo cose importanti per Catania”.

“Oggi vi guiderò in un viaggio, per farvi sognare la Catania che lascerò tra cinque anni, quando completerò il mio lungo e appassionato mandato di sindaco – prosegue Bianco – Ricordiamo però da dove siamo partiti: quale città ci ha lasciato chi oggi si candida per riconquistarla. Ho ereditato un Comune in dissesto, avrei potuto accettarlo e addossare la colpa agli avversari. Invece mi sono fatto carico dei problemi per riportare Catania tra le città che contano nel nostro Paese”.

Il primo cittadino rivendica i risultati conseguiti e rilancia per il futuro: “Stiamo ristrutturando il palazzo di cemento e lo destineremo a cento famiglie – assicura – implementeremo ancora gli orti urbani per restituire vivibilità ai quartieri. I musei oggi sono sempre aperti, le infrastrutture sono ripartite, la metropolitana conta oltre 4 milioni di passeggeri. Ed ancora il lungomare liberato, che non ha fatto male agli esercenti ed anzi ha fatto aprire nuove attività commerciali. Questa è la migliore risposta a chi ha malgovernato Catania dal duemila al duemila tredici”.

Il sindaco non risparmia qualche frecciatina agli avversari: “Ad Abramo non saprei cosa dire, voleva allearsi con me e poi ha deciso di non farlo – attacca Bianco – ovviamente non parlo di Pellegrino né del candidato del Cinque Stelle perché non ho ben capito chi sia Giovanni Grasso. Voglio parlare invece di Pogliese”. E qui il primo cittadino sferra l’attacco più violento, chiamando in causa la vicenda giudiziaria che riguarda il candidato del centrodestra.

“Caro Pogliese, nella mia vita ho dimostrato di saper fare il sindaco – dice Bianco – So difendere la mia città, so impegnarmi per essa. Invece trovo imprudente, leggero e irresponsabile candidarsi mentre si è sotto processo per peculato. I miei consiglieri hanno firmato ciascuno sul proprio onore una dichiarazione sull’assenza di carichi pendenti. Pogliese con noi non si sarebbe potuto candidare nemmeno al consiglio di quartiere”.

Sul finire del discorso il colpo di teatro: mentre Bianco rivendica di aver trovato una città al buio e di aver riacceso la luce, la volta del Cinema Odeon si apre a illuminare la sala. Come un novello Prometeo il primo cittadino uscente giura di continuare nella missione di dissipare le tenebre per la città. Catania non si ferma. E Bianco ha tutta l’intenzione di continuare a condurla.

- Pubblicità -