MODICA (RG) – Cosa può spingere degli imbecilli a sabotare un orto sociale, un’opera umile e, allo stesso tempo, interessante per i risultati che è destinata a produrre a vantaggio di persone svantaggiate? E’ l’interrogativo che si stanno ponendo le associazioni di volontariato che con l’Anffas in prima fila gestiscono questo appezzamento di terreno in via Sulsenti a Modica. L’orto sociale Melvin Jones, così è denominato, è curato da alcuni giovani coltivatori che, sotto la guida di esperti, hanno recuperato lo spazio e la terra per coltivare ortaggi. Tutto liscio? Macchè. I responsabili dell’Anffas hanno segnalato che da qualche tempo a questa parte ignoti forzano la manovella che regola il sistema di irrigazione impedendo così che piantine e colture si innaffino con tutte le conseguenze del caso. Il lavoro giornaliero va così perso con grande rammarico e delusione di quanti prestano la loro opera. I prodotti dell’orto sono venduti sul posto o avviati ai mercanti con un ritorno gratificante per quanti si sacrificano. Insomma, una bella gara di solidarietà, quella avviata nei mesi scorsi, che sta facendo i conti con un percorso accidentato e a ostacoli per motivazioni che sono sotto il vaglio degli inquirenti. Il fatto è stato, infatti, segnalato ai carabinieri che hanno avviato le indagini e cercano di comprendere chi possa essere interessato a recare danno a un’azione meritoria come questa.
Tra l’altro, l’attività sociale in questione consente l’inclusione, la partecipazione e la riqualificazione di tutta l’area. Il fatto che qualcuno possa pensare a vanificare tutto ciò inquieta. E non poco. Afferma Giovanni Provvidenza dell’Anffas, da sempre in prima linea nell’attivazione di percorsi solidali oltre che nella gestione dell’associazione rivolta ai disabili: “Siccome l’incidente si è ripetuto più volte, grande è stata la delusione dei ragazzi che si sono sentiti ingiustamente sabotati nello svolgimento di un’attività che nulla toglie a nessuno ma che, al contrario, soltanto dà: dà alla comunità una nuova risorsa, che tra l’altro incentiva il commercio biologico, nostrano e a km 0; dà alle aziende che con l’Anffas fanno rete; dà soprattutto a dei ragazzi quella dignità e quell’autonomia che solo il lavoro può dare”. Un’azione di disturbo incomprensibile. Su cui si spera che, presto, si possa fare piena luce.