MODICA (RG) – “La denominazione «Cioccolato di Modica» designa esclusivamente il prodotto ottenuto dalla lavorazione della pasta amara di cacao con zucchero. Al momento dell’immissione al consumo il «Cioccolato di Modica» presenta le seguenti caratteristiche: a parallelepipedo rettangolare con i lati rastremati a tronco di piramide. Peso non superiore a 100 grammi. Pasta di colore marrone con evidente granulosità per la presenza di cristalli di zucchero all’interno del prodotto. Visibile eventuale affioramento del burro di cacao sulla superficie esterna. Caratteristiche organolettiche. Gusto dolce con nota di amaro. Percezione di granulosità o sabbiosità. Buona fusibilità in bocca e struttura croccante. Caratteristiche chimiche: tenore minimo di sostanza secca di cacao: non inferiore al 50 %; tenore minimo di burro di cacao: non inferiore al 25%. Umidità: non superiore al 2,5%”.
E’ solo il primo capoverso del dispositivo contenuto nella Gazzetta Europea pubblicata nella notte a Bruxelles che sancisce quello che ormai si sapeva ed aspettava da tempo: l’ottenimento del prestigioso marchio Igp per il cioccolato di Modica. Mancava solo l’ufficialità che è finalmente arrivata a certificare l’unicità del prodotto che è diventano negli ultimi anni un brand internazionale capace di esportare nel mondo, insieme alla barretta, l’intera città di Modica. “Accogliamo questo prestigioso riconoscimento che è il frutto di anni di impegno a tutti i livelli – dice il sindaco Ignazio Abbate – Quando ci siamo insediati, nel 2013, era da pazzi solo pensare ad un simile traguardo. Pian piano però, grazie al lavoro e alla costanza del Consorzio per la tutela del cioccolato di Modica, del suo direttore Nino Scivoletto, dell’antropologa Grazia Dormiente e di tutti i produttori di cioccolato non è più stato utopia ma un obiettivo concreto. Noi abbiamo fatto la nostra parte a livello politico prima a Palermo e poi a Roma perché siamo stati sempre fiduciosi circa la positiva conclusione dell’iter. Abbiamo fatto una scelta ben precisa: puntare forte su un prodotto unico che nessuno al mondo può vantare. Il turista viene per il cioccolato ma resta poi conquistato anche da tutto il resto che la nostra comunità può offrire. Grazie all’ottenimento dell’Igp potremo accedere a fondi comunitari ad hoc che daranno ulteriore slancio al nostro prodotto e all’immagine di Modica e potremo proteggerlo con i giusti mezzi da ogni tentativo di imitazione. Oggi è davvero un grande giorno per tutta la città”.
La storia del cioccolato di Modica merita di essere sinteticamente raccontata. Alcune fonti riportano che durante la dominazione degli spagnoli in Sicilia nel XVI secolo tale lavorazione fu introdotta nella Contea di Modica, a quel tempo il più importante stato feudale del sud Italia, dotato di autonomia amministrativa. Gli spagnoli, a loro volta, l’avrebbero mutuata dagli Aztechi. Attualmente esistono tracce di questo tipo di lavorazione in Spagna (“el chocolate a la piedra”), oltre che nelle comunità indigene di Messico e Guatemala. Leonardo Sciascia ricorda come tale lavorazione rimanesse ai suoi tempi nella città di Alicante, precisando anche che esistessero originariamente le sole due versioni con le aggiunte di vaniglia e cannella. Storicamente si è tramandato come un dolce tipico delle famiglie nobili che durante le feste e le occasioni importanti lo preparavano in casa. In questo modo è arrivato fino ai giorni nostri e solo successivamente è diventato un prodotto dolciario di fama internazionale (nella foto Scivoletto, Dormiente e i rappresentanti del Ctcm).