Bandiere Blu 2018: Meglio emigrare al Nord (anche) per un bagno al mare.

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SICILIA – Ogni anno la FEE (la ong danese Foundation for Environmental Education) assegna le Bandiere Blu alle amministrazioni locali sulla base dell’accoglienza e del rispetto dell’ambiente. Alla premiazione presso il CNR di Roma, la Sicilia è risultata in controtendenza rispetto al resto dello stivale.

 

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Nel 2018 l’isola perde una bandiera (Pozzallo) mentre il resto dell’Italia ne conquista 175 che si aggiungono alle 163 del 2017, per un totale di 368 bandiere blu che rappresentano il 10% del patrimonio mondiale.

A vincere sono state le località con le acque di balneazione, dichiarate dall’ARPA, di qualità eccellente.

Ma la qualità dell’acqua è solo il punto di partenza per l’assegnazione del prestiggioso vessillo. In particolare, nel computo, vengono prese in considerazioni le zone verdi, la presenza di strutture per i disabili, i servizi presenti nelle spiagge, le aree destinate ai pedoni e ai bambini, il reciclo dei rifiuti, i servizi e le strutture turistiche.

Tutti punti in cui la nostra regione è risultata carente. La Liguria (una delle piu’ piccole regioni italiane) batte la Sicilia (la piu’ grande regione d’Italia con una lunghezza costiera di 1639 km) 27 a 6.

Le poche località siciliane rimaste in regola con i requisiti succitati sono: Santa Teresa di Riva, Tusa, Isole Eolie (Lipari – Canneto, Acquacalda; Vulcano e Stromboli), Menfi, Marina di Ragusa e Ispica.

Catania si conferma scadente per la qualità del mare e per la ricezione turistica. Con 18 km di spiagga sabbiosa la Playa potrebbe rappresentare un eldorato per il turismo, invece è stata maltrattata e divenuta oggetto di ogni tipo di speculazione.

Invero, prima della costruzione del viale Kennedy e dei lidi ad esclusivo uso privato,  la Playa era una ampia zona di rimboschimento costiero che arrivava fino alla battigia, unica nel suo genere così come la scogliera dove prima di scorgere il mare occorreva percorre una fitta macchia mediterranea attraversata da fiumiciattoli che profumava di fichi, gelsi e carrubbi.

Poi la distruzione dovuta alla speculazione edilizia fece sprofondare la città in un sonno profondo dal quale a tutt’oggi non sembra volersi risvegliare.

 

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