CATANIA – E’ stato uno degli animatori del sit-in che pochi giorni fa ha riunito le associazioni degli artigiani sotto la sede catanese della Crias, per manifestare contro la decisione del Governo regionale di accorpare l’ente con Ircac e Irfis. Orazio Platania, presidente provinciale di Upla-Claai, in questa intervista ad Hashtag Sicilia fa il punto sulla delicata vertenza che interessa l’istituto per il credito agevolato alle imprese artigiane. Tra gli altri temi della conversazione la piaga dell’abusivismo, la burocrazia asfissiante e le prospettive future di un settore, quello dell’artigianato, che ha rappresentato il fiore all’occhiello della città di Catania e non dispera di tornare ad esserlo.
Platania, da sempre l’artigianato costituisce il tessuto economico vivo di questa città. Qual è oggi la situazione? Esistono segnali di ripresa?
I segnali sono lievi, non vedo la ripresa galoppante di cui parlano alcuni. L’artigianato nel territorio catanese ha bisogno di essere supportato. Bisogna costruire le condizioni per fare impresa. Allo stato attuale nulla invoglia ad aprire un’attività. Oltre alle difficoltà di mercato, bisogna considerare anche la burocrazia asfissiante. Un giovane che non ha mezzi economici a disposizione si trova di fatto fuori dal mercato. Non ci sono agevolazioni sufficienti, e le poche che esistono sono messe a rischio. Basti pensare all’accorpamento tra Crias, Ircac e Irfis, che avrebbe ripercussioni gravissime.
A proposto dell’accorpamento. La settimana scorsa avete manifestato, insieme alle altre associazioni degli artigiani, per marcare il vostro dissenso rispetto al progetto di fusione che il Governo Musumeci intende portare avanti. Che novità ci sono su questo fronte?
Abbiamo fatto questo primo sit-in ma siamo pronti a scendere in piazza a Palermo in massa. Purtroppo il pericolo non è passato. Vero è che la fusione non è stata inserita in Finanziaria, ma si trova in un “collegato” che dovrebbe essere votato a giorni. Devono ancora spiegarci i motivi di questo accorpamento. Non certo i risparmi, che sarebbero soltanto quelli di un direttore e di un consiglio di amministrazione, che rappresentano un costo infinitesimale rispetto al volume dell’Ente. Si tratta evidentemente di una motivazione pretestuosa. La Crias si può certamente razionalizzare, ma accorparla con gli altri enti significherebbe eliminare il credito agevolato per le imprese artigiane.
Più volte negli ultimi anni vi siete battuti contro il problema dell’abusivismo nelle attività produttive, che costituisce una vera e propria zavorra per imprese e commercianti. Sono stati fatti passi in avanti?
Ancora non riusciamo a garantire la legalità. L’abusivismo è una piaga per le imprese ma sopratutto per la città. Bisogna che le amministrazioni comunali, a partire da quella catanese, inizino a combattere seriamente questo fenomeno. Il corpo dei Vigili Urbani deve essere messo in condizioni di fare il suo dovere. Certamente non auspichiamo una repressione violenta, ma tutti devono capire che bisogna restare all’interno della legalità. Chi dovesse persistere dovrebbe andare incontro alle sanzioni previste dalla legge.
Tra le battaglie che avete combattuto c’è anche quella a fianco dei panificatori. Siete riusciti a trovare una quadra?
Purtroppo la vicenda sta andando per le lunghe. Il decreto in questione dovrebbe scadere a giugno, spero che non venga rinnovato e che non si parli più della chiusura domenicale dei panifici. Una eventuale riforma dovrebbe iniziare non da loro, ma dalle grosse attività commerciali. Altrimenti lascino il mercato libero come lo è stato in questi anni.
Catania si appresta a scegliere il nuovo sindaco. Cosa chiederete alla nuova Amministrazione e quali sono le priorità per la vostra categoria?
Prima del posizionamento politico, che sia di centrodestra o di centrosinistra, l’importante è che si ricominci ad ascoltare il settore dell’artigianato. Bisogna prendere a cuore il problema dell’abusivismo e creare le condizioni per la nascita di start-up e imprese. In un recente convegno con un candidato sindaco, per esempio, abbiamo proposto di rilanciare il vecchio mercato ortofrutticolo aprendolo ai giovani e a chi voglia iniziare a lavorare. Avere una piccola bottega in quel luogo può rappresentare un nuovo inizio per il commercio in città.
Quali iniziative intendete portare avanti come UPLA-CLAAI nelle prossime settimane e nei prossimi mesi per l’artigianato catanese?
Vedremo anzitutto come si evolveranno le vertenze che stiamo seguendo. Una questione rilevante è quella dei bandi europei, soffocati da “paletti” che rendono difficile l’acceso alle aziende. Il famoso click-day, per esempio, penalizza molte realtà del nostro territorio. Si tratta di un meccanismo farraginoso il cui superamento rappresenta una priorità per le imprese catanesi e siciliane.