I sette distretti agroalimentari siciliani, ci sono ma di fatto non possono operare. Da Ragusa al via la protesta per renderli funzionanti e produttivi

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RAGUSA – Esistono. Ma è come se non fosse così. Perchè di fatto non sono stati messi nella condizione di potere operare al meglio. Al momento, rappresentano solo una medaglietta da apporre al bavero per potersene fregiare. Ed ecco perchè i sette distretti agroalimentari siciliani hanno dissotterrato l’ascia di guerra e sono pronti a fare valere le proprie ragioni.

 

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La protesta parte da Ragusa attraverso l’iniziativa del Distretto produttivo siciliano lattiero caseario. Ed è pronta a coinvolgere le diverse filiere operanti in Sicilia, vale a dire le realtà aggregate in altri sei distretti (avicolo, agrumicolo, cerealicolo, degli agrumi, della carne, del fico d’india e della pesca) che intendono decifrare e registrare la reale volontà del governo e dell’amministrazione della Regione sulla convinta e concreta valorizzazione di queste realtà.

 

“I distretti produttivi – dichiara Enzo Cavallo (nella foto) presidente del Diprosilac – sono stati voluti dalla nostra Regione ma, purtroppo, non sono mai stati messi nelle condizioni di operare come dovuto e di accedere ai fondi comunitari così come è avvenuto ed avviene negli altri Paesi e nelle altre Regioni. Dal primo momento i Distretti sono stati individuati, soprattutto nell’agroalimentare, come strumento di aggregazione delle filiere per una loro corretta e quanto più equilibrate gestione dei rapporti fra le imprese. Da tenere conto che proprio per la filiera lattiero-casearia c’è tanto da fare e molto da sistemare. Nonostante tutto ciò, non sono arrivati i risultati auspicati. Motivo per cui riteniamo che non si possa continuare a fare finta di niente”.

 

Come primo atto, i sette distretti hanno sottoscritto una richiesta d’incontro con la terza commissione all’Ars, quella che si occupa di Attività produttive. Il presidente della commissione, l’on. Orazio Ragusa, si è dichiarato disponibile ad effettuare la convocazione e a guidarne i lavori. Al presidente Ragusa è stata chiesta, in particolare, l’audizione da parte della commissione dei legali rappresentanti dei distretti interessati e sono stati sollecitati la presenza e gli interventi degli assessori regionali delle Attività produttive e dell’Agricoltura oltre che dei rispettivi dirigenti generali.

 

“Il nostro intento – continua Cavallo – è quello di puntare ad un’altra esperienza attraverso un ulteriore riconoscimento. Abbiamo per questo deciso di avere un confronto con la Regione per un fatto di chiarezza e di rispetto nei confronti degli aderenti ai patti di sviluppo e soprattutto delle imprese con particolare riferimento agli allevatori. Non potevamo più voltare la testa dall’altra parte e fare finta di niente. Era necessario che si potesse arrivare al dunque e favorire un intervento su basi concrete. Ci attendiamo parecchio dall’avvio di questo iter che, speriamo, possa rivoluzione l’operatività dei distretti agroalimentari siciliani”.

 

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