VITTORIA (RG) – “Gli innocenti muoiono perché ci sono gli Erode”. Parole pesanti come macigni quelle profferite, questa mattina, da padre Giovanni Giaquinta che ha officiato le esequie funebri di un giovane imprenditore 30enne di Vittoria, Giovanni Viola, che ha deciso di farla finitaperché sommerso dai debiti. Un episodio che, in tutta la sua gravità, ricorda quanto accadde cinque anni a, sempre a Vittoria, con il caso Guarascio, l’uomo che si diede fuoco perché volevano togliergli la casa, pignorata, che fece poi scoppiare la vicenda delle aste giudiziarie, ancora oggi parzialmente irrisolta.
Giovanni Viola, sposato e con una bambina, ha deciso di farla finita, sabato pomeriggio, con un estremo gesto nell’azienda di famiglia (il corpo è stato ritrovato nel capanno degli attrezzi), che rischiava di essere venduta perché i creditori avevano ormai preso il sopravvento. E già questa mattina si sono tenuti i funerali che hanno fatto registrare una grande partecipazione di cittadini. Un episodio che ha lasciato Vittoria sconvolta, attonita. “E’ mai possibile morire perché il lavoro non riesce più a dare garanzie?”: è l’interrogativo che i più si sono posti in queste ultime ore. Il sindaco Giovanni Moscato ha deciso di proclamare il lutto cittadino, in accordo con la famiglia. Questa mattina, ai funerali, c’erano pure numerosi rappresentanti istituzionali.
Toccanti le parole di padre Giaquinta: “E’ fin troppo evidente che con le nostre sole forze non riusciamo a risolvere i problemi che arrivano ed ecco perché chiediamo al Signore di darci una mano. Il sindaco, con la proclamazione del lutto cittadino, è come se avesse voluto dire a tutta la comunità: Fermiamoci, è accaduto qualcosa di grave. Riflettiamo”. E poi padre Giaquinta ha proseguito: “Vittoria non è certo una città in cui non si fa niente, c’è gente che lavora sul serio. Il mondo cambio solo se ciascuno di noi profonde l’impegno necessario”.
Da sottolineare l’assenza di altri produttori agricoli che, di solito, in questo periodo, fanno sentire la propria voce, e lo testimonia anche l’ultima riunione del comitato anticrisi tenutosi appena qualche giorno fa, per rivendicare interventi da parte dei Governi regionale e nazionale. Le reazioni non mancano. Oltre a quella decisa dell’amministrazione comunale, che ha voluto che l’intera città si fermasse per un giorno, anche quella delle associazioni di categoria. In particolare, la Cna comunale di Vittoria parla della bancarotta etica e politica dell’intero territorio. Insomma, una disfatta sotto tutti i punti di vista. Del pluricelebrato modello Ragusa, dopo gli anni della crisi, nulla è rimasto. Ora c’è solo un territorio che sta cercando tra mille difficoltà di ripartire ma con scarsi risultati. Le foto sono di Fabio Baglieri.