CATANIA – C’è il meglio della sinistra etnea sopravvissuta alle Regionali e alle Politiche. Molti partecipanti all’avventura di Liberi e Uguali, la cui performance siciliana non ha entusiasmato. E molti esponenti della sinistra catanese, coinvolti nel progetto dei Cento Passi per la Sicilia che all’ARS ha portato soltanto Claudio Fava. “Un punto di partenza e non di arrivo”, ha specificato lo stesso presentando la prima assemblea regionale del movimento, oggi pomeriggio allo Spazio Sal di via Indaco. Dove gli ospiti arrivano alla spicciolata sotto gli occhi di un imponente cordone di Polizia, segno di presenze importanti.
Ospite d’onore l’ex Presidente della Camera Laura Boldrini, rientrata in Parlamento proprio tra le fila di LeU. Da buca Rosy Bindi, che nella scorsa Legislatura ha guidato la Commissione nazionale antimafia con Fava nel ruolo di vice. “All’interno della sinistra bisogna riflettere molto – spiega la Boldrini – l’esito elettorale è stato un vero e proprio terremoto. Le case progressiste sono state davvero danneggiate. Bisogna ricostruirle cambiando tutto, politica, linguaggio, figure”.
In chiave regionale ci provano i Cento Passi. “Musumeci venga all’ARS a spiegare se ha una maggioranza o meno – dice Fava ai giornalisti – che debba raccattare voti qua e là anche tra alte forze politiche non mi sembra cosa né utile né degna, per lui e per l’Assemblea Regionale”. Ma gli occhi e le orecchie, oggi, sono puntati soprattutto sulle Amministrative del prossimo giugno. Il leader dei Cento Passi per la Sicilia apre alla candidatura civica di Emiliano Abramo: “Catania ha bisogno di voltare pagina – spiega il deputato regionale – serve un’idea di città diversa da quella che ha prodotto la Giunta Bianco. Penso che Abramo rappresenti nelle intenzioni un punto di discontinuità. Anche per il fatto di non essersi unito ai tanti che ritengono che per fare politica servano atti di vassallaggio ai notabili della città. Mi sembra che attraverso questi comportamenti si manifesti autonomia e schiena dritta. Cosa di cui la città ha grande bisogno”.
Un’apertura significativa che per il momento non si trasformerà in un appoggio ufficiale. “Questo è un passo successivo della discussione – dice ancora Fava – il primo passo è quello di ritenersi non soddisfatti dell’eredità che si lascia ai catanesi”. E sulle vicende giudiziarie che gravano su alcune candidature alle Amministrative, il deputato spende parole nette: “Gli ‘impresentabili’ si presentano, è un ossimoro al quale sono inchiodati. E’ come se volessero ricordarci una politica che ha archiviato ogni questione morale e ogni senso del pudore. Prevale l’impunità. Spetta agli elettori scegliere da che parte stare”.
E sulla candidatura di Riccardo Pellegrino, consigliere comunale fresco di indagine per voto di scambio già simbolo degli “impresentabili” durante la campagna per le Regionali? “Lo considero un fatto folcloristico – scherza Fava – il ragazzo si diverte, contento lui… La considero una candidatura marginale, è soltanto folclore”.