Intervista ad Emiliano Abramo: "Catania ha bisogno di persone pulite che affrontino i problemi"

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CATANIA – “Ho fatto un passo avanti per regalare alla città una possibilità in più, nella speranza che essa sia bene accetta”. Inizia così la nostra conversazione con Emiliano Abramo, capo della Comunità di Sant’Egidio in Sicilia e candidato sindaco della lista civica E’Catania alle prossime Amministrative.

Una scelta ponderata, quella di Emiliano, già in passato corteggiato dalla politica – è noto che l’ex Presidente della Regione Rosario Crocetta lo volesse Assessore – e in particolare dal sindaco uscente Enzo Bianco. “Mi sono arrivate molte proposte – spiega Emiliano – ma ho capito che si trattava di progetti che non potevo condividere. Potevo scegliere di rimanere estraneo alla politica o di metterci la faccia. Confrontandomi con il mio mondo ho trovato la convinzione per intraprendere questo percorso”.  

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Al centro dell’intervista i temi della povertà diffusa – “Sono cinquantadue le persone che dormono per strada. Catania deve fare qualcosa” – della disoccupazione in aumento, con particolare riferimento ai cosiddetti “neet”, giovani che non studiano né cercano lavoro, fino alla ricetta per quartieri disagiati e infrastrutture. Ma anche le vicende giudiziarie che nelle ultime settimane hanno terremotato la politica catanese, dall’inchiesta sui rifiuti alle indagini per corruzione e voto di scambio. “Incontro ogni giorno gente nauseata dal vecchio sistema, che trova in me una persona senza indagini o questioni da dover nascondere. Essere persone pulite, prive di procedimenti e furberie è il minimo che dobbiamo chiedere a questa città e a noi stessi”.

Presente in redazione anche il Presidente di Confcooperative Sicilia Gaetano Mancini, che ha arricchito il dibattito interrogando Abramo sui temi delle periferie e dell’inclusione sociale. “La prossima amministrazione dovrà lanciare dei processi che magari verranno raccolti e ultimati da altri – ha concluso il candidato sindaco di E’Catania – bisogna immaginare un percorso amministrativo di servizio, che non muoia con il sindaco ma che gli succeda. E questa è un’idea che mi entusiasma”.

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