Catania, corruzione elettorale e voto di scambio: 12 indagati, c'è anche il candidato Pellegrino

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CATANIA – A pochi giorni dall’inchiesta che ha terremotato la gestione dei rifiuti ai piedi dell’Etna, un’altra iniziativa della magistratura scuote la città, alla vigilia delle elezioni. Come riportato stamattina da LiveSicilia Catania, infatti, la Procura distrettuale etnea ha fatto notificare dalla Dia 12 avvisi di conclusione indagini nei confronti di altrettante persone accusate di corruzione elettorale, relativamente alle Elezioni regionali dello scorso novembre.

Al centro dell’inchiesta nomi noti della politica catanese. A partire da quello di Riccardo Pellegrino, consigliere comunale di Forza Italia nonché candidato sindaco alle prossime comunali alla testa del progetto civico “Un cuore per Catania”. Pellegrino, che ha annunciato la candidatura in contrasto con i vertici catanesi di FI, sarebbe indagato insieme al padre Filippo. Sul tavolo presunte elargizioni di danaro che secondo i magistrati sarebbero serviti a garantire il “pagamento di 50 euro a voto”, proprio per “ottenere consensi in favore di Riccardo Pellegrino”.

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Accanto al candidato a Palazzo degli Elefanti sarebbero indagati l’ex sindaco di Aci Catena Ascensio Maesano e l’ex sindaco di Mascali ed ex deputato regionale Biagio Susinni. Quest’ultimo aveva presenziato all’inaugurazione del comitato elettorale di Pellegrino per le scorse Regionali. Due le inchieste dei pm etnei, una per voto di scambio, per la quale sono state effettuate nelle scorse ore perquisizioni, l’altra per corruzione elettorale, già nella fase della conclusione indagini.

Già durante la campagna elettorale per le Regionali il nome di Pellegrino era balzato agli onori delle cronache per le vicende giudiziarie del fratello Gaetano – coinvolto nell’inchiesta di mafia Ippocampo, per il quale sono stati chiesti dieci anni – nonché per l’amicizia con Carmelo Mazzei, figlio incensurato del boss di San Cristoforo. Pellegrino, che è già uscito pulito da un’inchiesta della magistratura, aveva sempre rivendicato l’amicizia respingendo al mittente la definizione di “impresentabile”. Per Palazzo dei Normanni aveva ottenuto oltre 4000 preferenze, non sufficienti ad entrare a Sala d’Ercole. Su alcuni di quei voti si sono accesi i riflettori della Magistratura.

Oltre a Pellegrino, Maesano e Susinni sarebbero indagati Gesualdo Briganti, Antonino Castorina, Orazio Sebastiano Cutuli, Salvatore Di Benedetto, Antonio Di Benedetto, Ivan Andrea Guarrera, Salvatore Gulisano e Filippo Pellegrino.

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