E’ da sempre in Cna. Ha conosciuto le stagioni esaltanti dell’associazionismo, poi quelle condizionate dalla crisi. Ma è sempre riuscito a mantenere la barra del timone dritta. “Perché nel marasma di questi ultimi anni – sottolinea – le piccole e medie imprese hanno perso i punti di riferimento. Ed era necessario assicurare le migliori garanzie”. Oggi, Giuseppe Cascone, 66 anni, ragusano, imprenditore nel settore dell’autoriparazione, già in passato presidente provinciale di Cna Ragusa e presidente regionale di Cna Sicilia, si fregia di un prestigioso riconoscimento a livello nazionale, arrivato grazie al suo impegno. La Cna nazionale, e in particolare il presidente Daniele Vaccarino, lo ha voluto prima accanto a sé nell’ufficio di direzione e, adesso, gli ha assegnato la delega alle “Politiche Sviluppo del Mezzogiorno”.
“E’ una nomina – chiarisce Cascone – che certamente mi gratifica anche perché mette in rilievo la fiducia che il presidente Vaccarino nutre nei miei confronti visto che si tratta di un rinoscimento ambito. Ma al contempo è una nomina che mi carica di responsabilità e che richiede lavoro, sacrifici e conoscenza dei territori. Infatti, stiamo parlando di una vasta area geografica, economicamente depressa che va aiutata, stimolata perché è laboriosa e potenzialmente ricca. Le istituzioni le pungoleremo, fiduciosi che potranno diventare alleate delle imprese, degli artigiani e, più complessivamente, di chi, con onestà, produce, lavora e genera occupazione benessere. Avvierò molto presto, partendo ovviamente dalla mia terra, la Sicilia, un momento di confronto con i vertici regionali della Cna, che operano nel Sud dell’Italia, per stabilire un percorso comune rispetto ad una piattaforma di rivendicazioni da mettere sul tavolo del prossimo governo”.
Quali sono i problemi principali che oggi le Pmi riscontrano? “Purtroppo – continua – sono quelli che riscontravamo già qualche anno fa. E’ ovvio che le piaghe si sono incancrenite. Oggi, per una piccola e media impresa, diventa complicato andare avanti tra lacci e lacciuoli burocratici. La semplificazione invocata da più parti non è mai arrivata. E, anzi, se possibile il quadro complessivo si è di molto complicato. A fronte di ciò, però, notiamo come i piccoli e medi imprenditori si danno da fare in tutti i modi per sopravvivere. Ma questo, appunto, è un sopravvivere e non un modo per produrre ricchezza, benessere e serenità. La Cna, a livello nazionale, ha avviato diversi programmi di studio anche per analizzare gli andamenti dei fenomeni economici. Sì, c’è stata, in questo ultimo anno, una piccola ripresa. Ma non può bastare. Ancora troppi parametri stringenti rischiano di vanificare i positivi passi in avanti compiuti. E ricadere di nuovo indietro, dopo che già in questi ultimi anni la moria di Pmi è stata notevole, rischierebbe di fare precipitare nel baratro diversi settori”.
Quale l’impegno che Cascone si sente di assumere nei confronti delle piccole e medie imprese siciliane? “Sto mettendo l’esperienza maturata al servizio della governance nazionale con in testa il riconfermato presidente Vaccarino e il segretario Silvestrini – spiega – per potere rappresentare al meglio il tessuto produttivo siciliano e le specifiche istanze dei nostri artigiani e delle nostre piccole e medie imprese. E’ un percorso lungo e c’è bisogno dell’aiuto di tutti. Ma sono certo che alla fine riusciremo a spuntarla”.