Spacciavano cocaina e la chiamavano “pomodorino”, disarticolato gruppo criminale albanese lungo la fascia costiera iblea: tre arresti, altri due sono ricercati all’estero

- Pubblicità -

RAGUSA – Ostentava ricchezza, andava in giro con macchine di grossa cilindrata. Ma asseriva di lavorare nelle serre. In realtà l’opulenza, che è costata cara a un gruppo di albanesi, era generata da operazioni criminali. La squadra mobile, congiuntamente agli uomini del commissariato di Vittoria, dopo avere ricevuto numerose segnalazioni da parte dei cittadini, ha dato avvio ad un’articolata indagine. E si è scoperto che si trattava di spacciatori di cocaina.

Cocaina che, in gergo, era chiamata “pomodorino”. Il provvedimento di misura cautelare in carcere è scattato a carico di Ismet Totraku, nato in Albania, 32 anni, Dashnor Tosku, nato in Albania, 29 anni, ed Elis Rustami, albanese, 27 anni. L’accusa di cui devono rispondere è traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina. Due sono i ricercati attualmente all’estero. Il provvedimento di esecuzione è stato emesso dal sostituto procuratore della Repubblica di Ragusa Santo Fornasier e disposto dal gip presso il Tribunale ibleo. Dapprima gli investigatori in borghese hanno verificato la presenza dei soggetti segnalati, individuando degli albanesi che dimoravano a Casuzze, frazione balneare di Santa Croce Camerina. Successivamente i soggetti venivano pedinati fino a quando non veniva notato uno scambio di un involucro con un cittadino italiano che, fermato poco dopo, veniva trovato in possesso di una dose di cocaina. La squadra mobile informava di quanto accaduto il pm Fornasier che dava avvio alle intercettazioni telefoniche. L’attività di intercettazione doveva essere affiancata da una di tipo tradizionale, ovvero l’osservazione dei soggetti indagati, anche con ausilio di telecamere in uso alla polizia.

- Pubblicità -

Le indagini hanno permesso di appurare che gli indagati avevano costituito un gruppo di 6 persone tutte di origini albanesi ad eccezione di un cittadino italiano. Già in primavera il gruppo entrava in fibrillazione poiché gli affari iniziavano a decollare, ma tra le intercettazioni più significative, vi è stata quella che registrava il loro entusiasmo per l’estate alle porte: “Tra un mese la zona si riempirà di persone, quindi ci sarà il boom e si lavorerà bene”.
Effettivamente l’indagato non aveva torto, difatti da lì a poco Marina di Ragusa e la stessa Casuzze si riempivano di villeggianti e turisti. Purtroppo molti di coloro che frequentano la movida di Marina di Ragusa, quindi i locali di Piazza Duca degli Abruzzi e del litorale tra più belli d’Italia, fanno uso di cocaina. Numerosi gli acquirenti identificati mentre acquistavano cocaina in un’officina meccanica di Marina di Ragusa, così come quelli che aspettavano la droga nei locali della movida o ancora nelle vie di accesso alle spiagge di Casuzze.

Tra gli acquirenti anche alcuni spacciatori di Scicli che poi rivendevano la droga in quella zona, ma per questi reati sono già stati arrestai in passato. Le attività d’indagine effettuate permettevano di acquisire una consistente mole di risultanze indiziarie che, da gennaio e fino al mese di agosto 2016, hanno visto protagonisti il gruppo di albanesi.

Importante il flusso di cocaina gestito in provincia dagli immigrati albanesi che durante le intercettazioni parlavano in codice. Come attività di copertura gli indagati lavoravano e tuttora lavorano nelle serre di Santa Croce Camerina, pertanto la cocaina per loro era pomodoro. Per gli investigatori sentire parlare di “pomodori da tagliare” o di “casse da vendere a 5.000 euro” era segno evidente che stessero parlando di droga.

Uno degli albanesi aveva dimorato per anni in Inghilterra ed aveva collegamenti con la Germania, tanto che uno dei carichi proveniva proprio da un connazionale residente in quello Stato.

Le operazioni di intercettazione sviluppatesi via via su numerosi obiettivi si rivelavano utili a tratteggiare i rapporti tra consumatori e rivenditori al minuto (c.d. spacciatori di piazza).
Due dei soggetti indagati venivano tratti in arresto per detenzione ai fini di spaccio di 20 grammi di cocaina. A seguito di quell’arresto, uno veniva espulso dall’ufficio immigrazione pertanto oggi non è tra i soggetti catturati poiché in Albania, mentre Tosku essendo rimasto in Italia è stato assicurato alla giustizia.

Il giro d’affari degli arrestati era di rilevante entità poiché il prezzo della cocaina rimane alto. Decine di migliaia di euro sono stati incassati dagli indagati durante il periodo estivo. Al termine dell’attenta disamina presentata dalla polizia, il pm, valutando positivamente i dati raccolti, depositava una richiesta di emissione di misure cautelari in carcere a carico di 6 indagati. Il gip valutava positivamente la richiesta del dott. Fornasier ad eccezione di un solo indagato, pertanto emetteva il provvedimento di misura cautelare a carico di 5 dei 6 indagati. Gli uomini della squadra mobile di Ragusa e quelli del commissariato di Ps di Vittoria alle 3.30 di questa notte erano già a lavoro. Dopo aver pedinato nei giorni scorsi gli indagati al fine di ricercarli sul territorio, hanno constatato che due dei 5 destinatari del mandato di cattura non erano più presenti in Italia. Uno degli indagati era stato espulso a seguito dell’arresto per detenzione di cocaina; un altro di cittadinanza italiana nelle more si è trasferito all’estero. Tre sono gli albanesi catturati e condotti in carcere, mentre per gli altri verrà emesso un provvedimento di cattura internazionale ed inviato al paese che attualmente li ospita.

- Pubblicità -