Evadeva dai domiciliari per violentare l’ex compagna, storie di abusi a Ragusa. In manette un ghanese richiedente asilo politico

- Pubblicità -

RAGUSA – Le violenze nei confronti delle donne non hanno, purtroppo, confini. E in un’Italia sempre più martoriata da episodi in cui il fenomeno sta assumendo dimensioni preoccupanti, al di là dei tentativi di sensibilizzazione che arrivano da più parti, ecco che anche la notizia di un ghanese che minaccia, ferisce e abusa della propria compagna merita di essere raccontata con più particolari. Proprio perché l’odioso fenomeno della violenza nei confronti del sesso femminile non ha razza né età. Ma è un virus che può attaccare tutti. E al minimo segnale occorre denunciare.

La squadra mobile di Ragusa ha eseguito la misura cautelare in carcere e emessa dal gip presso il Tribunale, su richiesta del pubblico ministero, Fornasier.
Lo scorso mese di febbraio, un ghanese, Franklin Kubi Appiah, 29 anni (sbarcato nel gennaio 2017 a Pozzallo, arrestato dalla squadra mobile di Ragusa in quanto cosiddetto scafista, scarcerato e poi richiedente asilo) era stato tratto in arresto in flagranza di reato poiché la compagna era stata ferita e minacciata con un grosso coltello.

- Pubblicità -

Il gip aveva convalidato l’arresto e sottoposto l’uomo violento alla misura degli arresti domiciliari. Il ghanese, noncurante degli obblighi imposti dal giudice, in più occasioni evadeva dagli arresti domiciliari per recarsi presso l’abitazione della compagna. Entrava da una finestra rotta e una volta all’interno abusava sessualmente della donna che opponeva un fermo rifiuto in quanto aveva deciso di troncare la relazione.

La vittima ha narrato di episodi gravissimi, tra gli altri è stata più volte bruciata con la sigaretta, costretta ad accettare inaudite violenze e a non chiamare la polizia perché altrimenti l’avrebbe uccisa. A seguito di un referto medico giunto dal pronto soccorso di Ragusa, gli investigatori della squadra mobile hanno contattato la donna invitandola in ufficio. La vittima, pochi giorni addietro, non appena ha riconosciuto di essere in un luogo sicuro, ha abbracciato le donne poliziotto chiedendo aiuto e protezione. Rassicurata ha raccontato di essere stata più volte vittima di violenza sessuale, il tutto mentre l’ex compagno era agli arresti domiciliari in un’altra casa, segno che evadeva solo per andare ad abusare di lei.

La squadra mobile informava tempestivamente il pm titolare delle indagini che poche ore dopo richiedeva l’aggravamento della misura cautelare, ovvero domandava al gip di emettere un provvedimento di custodia cautelare in carcere in luogo della misura meno grave degli arresti domiciliari. Ieri, dopo poche ore dall’aver ricevuto il dispositivo, gli uomini della Mobile rintracciavano in un’abitazione del centro storico del capoluogo ibleo il ghanese, conducendolo presso gli uffici della polizia scientifica in Questura al fine di identificarlo compiutamente per poi accompagnarlo in carcere.

 

- Pubblicità -