Il premio Gògol al piccolo Matteo: “La malattia non deve impedirci di sorridere”

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ENNA – Lo chiamano l’Oscar del sorriso. E a giudicare da quello di Matteo ne hanno ben donde. Si è svolta domenica nella chiesa San Salvatore di Enna la consegna del premio Gogòl, il riconoscimento ideato dall’imprenditore ennese Mauro Todaro che in due anni e mezzo ha raggiunto oltre 2600 persone. Tra questi nomi illustri del jet set italiano, come Giusi Versace, Renato Pozzetto e Valentino Rossi. Ma per ottenere il premio non serve essere famosi.

Per ricevere il Gògol serve la testimonianza. Il momento infatti non si rifà al grande autore russo è ma la crasi di “Go goal”, vai dritto all’obbiettivo. Proprio quello che fa Matteo, nonostante sia affetto da una malattia rara, la sindrome di Marinesco-Sjogren. Un nome che a molti suonerà sconosciuto, eppure da dieci anni costringe il bambino sulla sedia a rotelle. Senza che questo gli abbia impedito di sorridere e vivere una vita piena. Tanto da diventare ambasciatore del sorriso.

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“Quando siamo stati contattati dall’organizzazione del premio siamo stati molto felici – spiega Tania Baglio, mamma del piccolo Matteo e attivista per i diritti delle persone disabili – lui ha una sua spiritualità e il fatto che la cerimonia si sia svolta in una chiesa l’ha colpito particolarmente. Quando siamo tornati a casa abbiamo subito appeso l’attestato, è stata una giornata molto felice. Agli autori del premio e ai ragazzi presenti abbiamo raccontato la nostra esperienza, cercando di spiegare che la difficoltà quotidiana non deve essere un ostacolo alla felicità”.

“La consegna è avvenuta a coronamento di un percorso iniziato con Progetto 360, un’associazione che nasce ad Enna e coinvolge oltre 150 giovani – spiega don Giuseppe Rugolo – Quest’anno con i ragazzi abbiamo fatto un percorso partendo dalla domanda ‘Cos’è la vita?’ Abbiamo svolto diverse iniziative tra cui la ‘passeggiata culturale’, durante la quale abbiamo ascoltato diverse testimonianze. All’apice di questo percorso c’è stato l’incontro con Matteo. Che ha colpito molto i ragazzi e anche me. Una testimonianza gioiosa, come anche quella della mamma Tania. I bambini hanno toccato con mano cosa sia la gioia del condividere e la felicità di una vita pienamente vissuta, anche in condizioni difficili, ma non per questo meno bella”.

“Il Gògol è un riconoscimento che consegniamo dietro attenta valutazione – spiega Mauro Todaro, ideatore del premio – a chi si è distinto nel dimostrare agli altri che ha creduto in se stesso senza avere paura di spendersi per raggiunge i propri sogni. Quest’anno abbiamo avuto l’occasione di conoscere Tania e Matteo, che con la loro esperienza ci hanno arricchito e ci ha fatto sapere che per sorridere non c’è bisogno di grandi cose. E’ stata una testimonianza straordinaria, che abbiamo condiviso con tanti ragazzi e va pienamente incontro allo spirito del premio. Diffondere gioia ed entusiasmo, fare della propria testimonianza un seme da far attecchire nella coscienza degli altri. Nel mondo di oggi ce n’è grande bisogno, le nostre iniziative vanno avanti per raggiungere questo obbiettivo”.

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