E' caos vaccini in Sicilia. La Regione concede proroga ma il Ministero stoppa: "se applicata, previste sanzioni"

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SICILIA – E’ caos vaccini in Sicilia. Ieri sera la Regione è stata ripresa dal Ministero della Salute in merito alla decisione di prorogare al 31 marzo il termine dell’adempimento vaccinale. Dunque anche nella nostra regione, secondo il Ministero, si deve rispettare la scadenza del 10 marzo, così come previsto dalla legge, ai fini della presentazione alle scuola dei certificati di vaccinazione o della prenotazione alla Asl.

Nella proroga l’assessore Lagalla aveva scritto: “I presidi e i dirigenti scolastici potranno accogliere i bambini non vaccinati fino al 31 marzo. Stiamo chiedendo ai soggetti istituzionali interessati di avere maggiore tolleranza rispetto a provvedimenti diretti e sanzionatori, previsti dalla legge 119 del luglio 2017, fino alla fine del mese per permettere l’aggiornamento e l’incrocio dei dati tra Asp e Scuole. In ogni caso, la copertura vaccinale in Sicilia è ad oggi rassicurante, secondo quanto rilevato dagli ultimi dati disponibili”.

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Il Ministero non ci sta ribadendo che “il termine del 10 marzo vale per tutte le Regioni, anche per quelle che hanno aderito alla procedura semplificata“.

Il termine del 10 marzo, rileva il ministero, “è fissato dalla Legge ed è stato ribadito anche dall’ultima circolare Miur-Ministero della Salute dello scorso 27 febbraio che ha fornito le indicazioni operative per l’anticipo, per l’anno scolastico 2017/2018, della procedura semplificata prevista dalla legge a partire dall’anno scolastico 2019/2020 che consente lo scambio diretto di dati tra Asl e Istituti scolastici. Per questo, nel caso non si sia adempiuto agli obblighi vaccinali entro il 10 marzo, è vietato l’accesso per asili nido e scuola infanzia (0-6 anni) sino a quando il minore non sarà vaccinato o non avrà regolarizzato la propria posizione vaccinale”.

Il ministero della Salute ricorda inoltre che per i ragazzi della scuola dell’obbligo (6-16 anni) scatta la procedura che può portare ad una sanzione pecuniaria da 100 a 500 euro. In ogni caso, i bambini (0-6 anni) saranno immediatamente riammessi a scuola nel momento in cui dimostrino di essere in regola.

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