ACIREALE (CATANIA) – “Non credo che alle imprese serva una stagione di neo-assistenzialismo dei Cinque Stelle. Noi ci battiamo per una fiscalità più equa, che guardi alle aziende, che allevii il costo del lavoro e dia impulso all’economia“.
A parlare ai microfoni di Hashtag Sicilia è Giovanni Burtone, candidato del Partito Democratico al collegio uninominale di Acireale per il Senato della Repubblica. Già deputato e Assessore regionale, poi eurodeputato e infine deputato nazionale per quattro legislature a partire dal 2001, Burtone racconta al nostro giornale i motivi della candidatura, le difficoltà della campagna elettorale e la ricetta del PD per far ripartire il tessuto economico-sociale siciliano.
Onorevole Burtone, perché ha scelto di ricandidarsi al Parlamento, per la prima volta a Palazzo Madama?
“Mi ripresento perché lo hanno chiesto il partito e le comunità a cui appartengo. Da circa sei mesi sono sindaco di Militello in Val di Catania, la mia città natale, e i sindaci dei Comuni vicini e tanti cittadini mi hanno chiesto di continuare la mia esperienza di parlamentare. Ho fatto una campagna elettorale incontrando la gente nei bar, negli uffici, alla fermata dell’autobus, guardando la gente in faccia, a differenza di alcuni che si sono visti solo sui social. Ho fatto tanti incontri nel territorio e sono abbastanza soddisfatto del lavoro fatto.
Ad Acireale è avvenuto di recente un fatto giudiziario che ha interessato anche alcuni esponenti del Partito Democratico. Come ha vissuto la vicenda e pensa che possa influenzare il risultato la sera del 4 marzo?
Dispiace sempre quando un cittadino viene privato della libertà, specie quando ci sono rapporti di profonda conoscenza. Ho visto all’opera il sindaco Barbagallo nelle riunioni che abbiamo avuto, un persona molto seria e perbene. Non sono un complottista, c’è stata un’iniziativa della magistratura e noi la rispettiamo. Certo, sapere che il sindaco si sia dimesso e che non gli vengono concessi i domiciliari dispiace molto sul piano della solidarietà. Non può reiterare il reato, non può fuggire, non può inquinare le prove, perché non restituirlo ai suoi affetti? La cosa mi crea qualche inquietudine, spero che i cittadini abbiano lo stesso la possibilità di scegliere guardando al bene del Paese, alle cose fatte in questi anni. Nonostante alcune strumentalizzazioni che si sono fatte.
Quali sono le proposte sue e del PD per la piccola e media impresa, l’artigianato e il mondo della cooperazione in Sicilia e nel nostro territorio?
Io credo che il Paese non sia lo stesso di cinque anni fa. Al momento delle dimissioni di Berlusconi, nel 2011, l’Italia era piegata e lo spread era alle stelle. Oggi non c’è più questo quadro. Siamo un Paese che vola dal punto di vista economico? No. Ma abbiamo dei segnali di ripresa. C’è bisogno di fare molto di più, di dare risposte sul piano occupazionale. Per le piccole e medie imprese possiamo fare tantissimo, per esempio ripristinare il credito d’imposta com’era stato concepito dal centrosinistra. Alcuni provvedimenti stanno diventando reali, pensiamo a Resto al Sud che da una spinta all’economia. Credo che qualche risultato stia arrivando e che si debba continuare su questa strada.