CATANIA – Si è svolta questa mattina all’hotel Parco degli Aragonesi la conferenza programmatica delle Organizzazioni Professionali e delle centrali Cooperative di CIA, Confagricoltura, Alleanza Nazionale delle Cooperative – Legacoop, Confcooperative e AGCI – e Copagri sul tema “La scommessa del comparto agroalimentare per il futuro della Sicilia e delle imprese“. Presenti alla conferenza Giuseppe Di Silvestro, CIA Sicilia Orientale, Giovanni Selvaggi, Confagricoltura, il presidente di Alleanza nazionale Cooperative, Gaetano Mancini e presidente Confcooperative, Salvatore Falletta Legacoop, Silvana Strano AGCI.
”Diversi anni fa le nostre organizzazioni hanno avuto il coraggio di mettere da parte le nostre origini per un bene comune – ha detto Giovanni Selvaggi – L’agricoltura non ha colori, abbiamo dimostrato che Cinque organizzazioni insieme possono portare avanti da sole una battaglia con il governo nazionale. Penso alla lotta sull’IMU agricola, che rappresentò il momento in cui riuscimmo a fare amalgama. Una battaglia cavalcata dalla Coldiretti, che oggi non fa parte di Agrinsieme. Un modello filogovernativo, quello della Coldiretti, accanto ad un governo che non ha fatto bene alla nostra agricoltura. Ma ancora, abbiamo fatto una battaglia sull’olio tunisino, sulla rivisitazione degli accordi. La caratteristica delle nostre organizzazioni è stata di chiedere norme e non contributi. Non possiamo comprerete con paesi dove la manodopera costa zero, dove non esistono diritti né garanzie per i lavoratori”.
Ma l’esponente di Confagricoltura si concentra anche sulle debolezze del Piano di Sviluppo Rurale: “Il PSR ha rappresentato una una pagina buia della nostra storia – ha proseguito Lavaggi – uno strumento inutile, che finanzia soltanto 80 aziende su 2000 andrebbe chiuso, ma in questa fase non è possibile. Abbiamo sognato una Pac (Politica Agricola Comune, ndr) diversa, e invece è stata demolitiva nei nostri confronti. Agrinsieme è una pentola, che racchiude molti gruppi dirigenti. Sarà importantissimo incidere a livello nazionale, iniziare a creare un vero dialogo, per ottenere programmi seri con al centro l’Agricoltura con la A maiuscola”.
“Le nostre organizzazioni hanno deciso di riprendere l’attività di Agrinsieme – ha detto Salvatore Falletta – perché riteniamo rappresenti un punto di forza per gli associati e la nostra agricoltura. Abbiamo combattuto battaglie importanti e riteniamo di poter rilanciare la nostra agricoltura e allontanarci da una stagnazione che ha colpito il settore. Agrinsieme è lo strumento più adatto. L’agricoltura da reddito a moltissime famiglie, valorizza il territorio e tutela l’ambiente. Dobbiamo elaborare idee e soluzioni per il settore, proponendo aggregazioni di tipo economico che abbiano la capacità di superare l’attuale commercializzazione frammentata. Un fatto che ci danneggia, con conseguenze a cascata su tutto l’indotto. È per questo che le associazioni devono sapersi unire, garantendo la concentrazione, la qualità e presentabilità del prodotto”.
“In questo senso è fondamentale la cooperazione – prosegue Falletta – che può rappresentare una tutela per i produttori anche nei confronti di taluni commercianti. Sono importanti i percorsi di internazionalizzazione e di marketing promozionale. Tutto ciò deve avvenire di concerto con i Consorzi, sensibilizzando la politica e proponendo progetti. Saremo impegnati nelle prossime settimane perché ciò avvenga”.
Tra gli altri interventi, coordinati da Giosuè Catania, Cia, quello di Salvino Russo, AGCI, della Presidente del Distretto agrumi, Federica Argentati, e del vicepresidente Provinciale della Cia Francesco Favata.
“I progetti possono essere validi, ma a volte rimane solo sulla carta – ha detto Gaetano Mancini – questa volta dobbiamo andare avanti, c’è un messaggio politico forte che dice che ben sei associazioni vogliono farsi carico dei problemi dell’agroalimentare in questa provincia. Mentre altre associazioni cercano l’isolazionismo, noi scegliamone l’aggregazione, per dare un segnale ai nostri associati, per dare una rappresentanza sindacale forte sui temi locali, sugli enti previdenziale, rappresentando questo territorio. Anche sul piano nazionale, per capire quale sia la strategia per sostenere la nostra capacità di generare reddito”.
“Quanti di voi in campagna elettorale hanno sentito parlare di agroalimentare? – nota il portavoce dell’Alleanza delle Cooperative – Credo che il vero segnale che deve venire da questa riunione sia questo, chiediamo alla nostra classe dirigente di essere conseguente, mettendo in pratica un sistema di collaborazione e rodando i meccanismi di funzionamento comune. La rappresentanza oggi non può tenere conto di differenze ideologiche, dobbiamo essere capaci di rappresentare le istanze dei nostri associati e accompagnarli in progetti di sviluppo. Il mercato é cambiato, la domanda si è evoluta, l’interfaccia con la grande distribuzione è complessa. Sono problemi che possono diventare opportunità, anche all’estero. Ma serve un’operazione di carattere culturale. Dobbiamo camminare insieme, ecco perché Agrinsieme”.