Ci siamo: giorno 4 marzo si ritorna a votare. Chi e come governerà?

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Dopo il Porcellum e l’Italicum i giuristi hanno etichettato come incostituzionale anche il Rosatellum in quanto, secondo l’avvocato e professore Felice Besostri “Il voto non è libero, uguale e personale”.

Tuttavia dopo quasi 5 anni di governo tecnico, composto da nomi illustri e provenienti dal mondo accademico, tra meno di due settimane si ritorna a votare.

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Secondo i risultati staitistici dei sondaggi elettorali per il rinnovo della Camera dei deputati del prossimo 4 marzo non ci sarà una maggioranza di uno degli scheramenti proposti agli elettori. Pertanto, tale ipotesi potrebbe aprire tre scenari.

Il primo, meno probabile dal punto di vista dell’onestà intellettuale, è quello di ritornare alle urne.

Il secondo è quello di un’alleanza promiscua tra le due coalizioni capitanante rispettivamente da Forza Italia e PD.

Il terzo scenario consisterebbe in un governo del Movimento 5Stelle con appoggio esterno.

Ma andiamo ad analizzare le tre situazioni:

 Accordo o nuove elezioni

Concluso lo spoglio, occorrerà aspettare che le Corti d’Appello proclamino gli eletti.

Il sistema prevede la formazione dei gruppi parlamentari presieduti pro tempore dagli eletti più anziani della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica che avvieranno le procedure per eleggere i loro rispettivi presidenti.

Questo passaggio sarà la prima delicata prova per verificare la possibilità di far nascere un nuovo governo.

Se tutto andrà a buon fine il presidente della Repubblica avvia le consultazioni con i leader dei gruppi parlamentari per esperire la possibilità di formare una maggioranza e contestualmente nomina il presidente del Consiglio che verrà sottoposta alla fiducia del Parlamento.

Se la prova fallisce, il Capo dello Stato può sciogliere le Camere appena insediate e indire nuove elezioni.

Se il Movimento 5 stelle come dai pronostici sarà il partito piu’ rappresentativo degli italiani avrà facoltà di chiedere l’affidamento della formazione di governo. Tuttavia se nessun’altro partito lo dovesse appoggiare, il Presidente della Repubblica in carica non potrebbe affidare l’incarico a Di Maio. Il Capo dello Stato continuerà a far pressioni sul Parlamento affinchè si possa arrivare ad un accordo, se non lo si raggiunge si andrà a nuove elezioni.

 

Govero della “Grande Coalizione”
Sulla carta, il Rosatellum favorisce le coalizioni, quindi se l’esito del voto fosse favorevole a Forza Italia e PD essi potrebbero allearsi per la formazione di un governo. Tra i favoriti a moderare le condizioni di alleanza potrebbe esserci Paolo Gentiloni a meno che la coalizione di centrodestra decida di individuare un nuovo premier per tagliare con il passato e rilanciare la destra come vorrebbero i suoi elettori. A tutt’oggi, però, non è stato indicato chiaramente un personaggio che possa sostituire la figura di Berlusconi.

 

Il Governo del Movimento 5 Stelle
Se invece dovessero mancare i numeri per fondere le coalizioni, l’unica alternativa potrebbe essere rappresentata dall’alleanza M5S, Lega e Fratelli d’Italia. In questo caso i tre partiti dovrebbero dichiarare al Capo dello Stato la loro volontà di governare insieme. Per la legge dei numeri FdI e Lega dovrebbero consegnare il governo nelle mani del M5S.

A Di Maio toccherebbe stendere la lista di ministri e chiedere la fiducia. Il governo che si verrebbe a formare potrebbe essere di due tipi: composto solo dai componenti del M5S oppure misto M5S, FdI e Lega. Quest’ultima ipotesi sarebbe la piu’ stabile mentre nella prima l’appoggio dei due partiti si limiterebbe a votare i singoli provvedimenti ma senza partecipare al governo.

 

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