CATANIA – E’ Laura Sicignano il nuovo direttore artistico del Teatro Stabile di Catania. Ad ufficializzare la nomina da parte del Cda, nel corso di una conferenza stampa convocata stamattina, è stato il presidente del Teatro Carlo Saggio. Che ha confermato le voci circolate nelle scorse ore circa la nomina della prima donna alla guida del prestigioso Ente catanese. Gravato da vicende che il presidente non ha mancato di ricordare.
“Le nostre priorità erano la situazione economica del teatro e la direzione – ha detto il notaio parlando ai giornalisti – Per quanto riguarda la prima questione, abbiamo agito in continuità con il lavoro del commissario Giorgio Pace. Abbiamo redatto un piano per pagare 7 milioni di euro e questo ha avuto il voto favorevole di oltre l’85% dei creditori. Avevamo detto che avremmo scelto il direttore attraverso un’evidenza pubblica. Il termine per le candidature è scaduto il 15 novembre con 58 candidature. Le abbiamo vagliate tutte. L’esito di questo lavoro ha portato alla nomina della dottoressa Sicignano”.
Sicignano, cinquant’anni, milanese di nascita e formazione, è stata fondatrice e animatrice del Teatro Cargo di Genova. “Sono pronta a dare il massimo, non conosco la città e quindi avrò bisogno dell’aiuto di tutti per entrare nel vivo – ha detto il neo-direttore presentandosi – il teatro è il cuore pulsante di una polis, dove una città si rispecchia anche nelle sue contraddizioni. Vorrò incontrare le associazioni, le università, le periferie. Vorrei che il teatro attirasse le fasce sociali più deboli, che lavorassimo con le scuole, per generare creatività e inclusione”.
Non una sfida facile, quella ai piedi dell’Etna, viste le dolorose vicende attraversate dallo Stabile negli ultimi anni. Malgrado tutto, secondo la Sicignano, esite la possibilità di fare bene: “So che il numero degli abbonati e degli sbigliettamenti è salito, vorremo uscire dal luogo fisico del Teatro per portarlo in città e nei territori. Il teatro fa bene, non è solo un luogo di rappresentanza o un salotto ma una parte attiva della vita culturale e sociale della città”.
La ricetta per fare tutto questo? “Lavoreremo sulle produzioni del passato e del presente – assicura il direttore artistico – valorizzando i nomi del nostro territorio anche per far diventare il teatro una fucina di talenti. Con l’aiuto di grandi nomi del teatro nazionale, secondo un giusto spirito di squadra. Dovremo riunirci anche con i lavoratori, ho bisogno della collaborazione di tutti e credo che si possa fare. Sono felicissima e sono a disposizione, con tutte le mie forze, per fare del mio meglio”.
Non è mancato un passaggio sulle polemiche che nelle scorse ore hanno accompagnato al notizia della nomina della regista milanese. Era stato l’Assessore regionale alla Cultura Vittorio Sgarbi a denunciare “la decisione annunciata del Cda del Teatro Stabile di Catania di procedere alla nomina del direttore del teatro seguendo criteri di valutazione politici e non di merito culturale e artistico“. A condizionare la scelta, secondo Sgarbi, la vicinanza della Sicignano al PD e al Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini.
Vicinanza smentita dal neo-direttore: “Non ho mai avuti una tessera di partito, non ho mai avuto incarichi di partito, non conosco il Ministro Franceschini. Spero di conoscerlo presto in questo nuovo ruolo. E’ vero, sono stata candidata, da indipendente, in una lista appoggiata dal PD. E’ stata un’esperienza molto interessante dalla quale vorrei trarre un testo teatrale, La candidata, appunto”. Per quanto riguarda poi la poca conoscenza della realtà catanese e siciliana, Sicignano non si scoraggia: “Al Piccolo di Milano c’è un direttore fiorentino e a Genova un bresciano, che hanno dovuto fare lo stesso sforzo di immersione in una nuova realtà”.
E i nomi bocciati, tra cui quello di Moni Ovadia? “Avevamo 58 persone brave e abbiamo dovuto scegliere senza bocciare nessuno – conclude il Presidente Saggio – Abbiamo cercato un alto profilo culturale e teatrale, una forte propensione all’innovazione, una capacità di valorizzare il territorio e di sobbarcarsi un lavoro non indifferente. Siamo certi che con il tempo ci verrà data ragione di questa scelta”.