Raddoppio della Ragusa-Catania, la strada diventa di nuovo tutta in salita: “Rischiamo di perdere parte dei finanziamenti”

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RAGUSA – Ragusa-Catania, ancora problemi. Il progetto di adeguamento dell’importante via di collegamento tra i due capoluoghi di provincia siciliani rischia, ancora una volta, di segnare il passo nonostante se ne parli da ben vent’anni. A lanciare l’allarme il comitato per la realizzazione della Rg-Ct che segue passo dopo passo le complesse procedure. Ora accade che i ritardi sulla procedura di approvazione rischiano di far perdere parte dei finanziamenti pubblici (in revisione entro il 31 marzo 2018). Ma che cosa è successo? La conferenza di servizi, chiusa il 10 luglio dello scorso anno, ha ottenuto tutta la documentazione – in particolare i pareri di ottemperanza del ministero dell’Ambiente. Il concessionario ha consegnato al ministero delle Infrastrutture il progetto definitivo (con gli aggiornamenti ricevuti) il 29 novembre 2017 e ogni integrazione è stata ulteriormente eseguita entro le prime settimane di dicembre. Come è stato riferito dal comitato, alcun passaggio successivo può essere espletato senza l’approvazione del progetto definitivo e quindi l’esecutivo con l’apertura dei cantieri.

 

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“Attendevamo già a fine dicembre, poi a gennaio il passaggio al Cipe con l’approvazione del definitivo – dice il comitato per la realizzazione della Ragusa-Catania -; a fine gennaio si dava per certo un “pre–Cipe” per il 15 febbraio e una seduta a suggello del Cipe cinque giorni dopo. Da fonte autorevole, e a nostra notizia appresa, la scorsa settimana riscontriamo che si siano poste “ulteriori perplessità” da parte del Cipe su alcuni punti ed in particolare il secondo piano economico finanziario oltre che il mancato parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Da fonte accertata, e per quanto di nostra conoscenza dall’opera di monitoraggio effettuata, possiamo sin da ora rappresentare che il piano economico finanziario, che deve essere aggiornato ogni mese “naturalmente” in relazione alle condizioni economico-finanziarie dei mercati, è perfettamente in linea con quanto previsto nell’atto di convenzione che è stato per anni precisato e puntualmente formalizzato con due addendum e molti chiarimenti anche da parte dell’avvocatura dello stato che sono stati regolarmente acquisiti e incorporati a garanzia di ogni parte. Ci risulta, da dichiarazioni a noi rilasciate del concessionario, che lo stesso più volte e sin da gennaio 2017 ha sollecitato ai ministeri competenti di richiedere “il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici”; non si capisce perché viene eccepito ora e con tale ritardo”. Come più volte è stato chiarito “alcun atto conseguenziale può prodursi se non si perfeziona la procedura del progetto definitivo con il passaggio dell’approvazione/pubblicazione Cipe. Tali ritardi intralciano, già da oggi, le procedure propedeutiche che erano partite come ad esempio gli espropri dei terreni asserviti che si sono dovuti fermare”.

 

“Per ultimo, ma di estrema attenzione, ci fa rilevare come il tempo che inesorabile passa – dicono i componenti il comitato, Roberto Sica, Salvo Ingallinera e Sebastiano Gurrieri – e fa tardare l’inizio dell’opera pone delle difficoltà al “finanziamento pubblico di fonte europea in capo alla Regione Siciliana”; infatti già nel mese di marzo 2018 sarà oggetto di “revisione” sulla reale disponibilità per la realizzazione/attuazione dell’opera da parte degli uffici dell’Unione europea.
Per tali motivi, dopo una riunione tenutasi presso il comune di Francofonte il 7 febbraio scorso, si è pervenuti alla richiesta di un incontro urgente con il presidente del Consiglio dei ministri Gentiloni ed il ministro Del Rio sottoscritto dai sindaci e dal comitato, al fine di chiarire ogni aspetto”.

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