CATANIA – “Gestire un’azienda come la nostra è una grande responsabilità. E il primo obbiettivo, in tempi come questi, dev’essere mantenere i posti di lavoro e garantire un giusto onorario ai nostri collaboratori”. Inizia da una considerazione etica la nostra conversazione con Giuseppe Glorioso, patron di Glorioso Carni, un’azienda leader nel settore dell’agroalimentare con oltre cento dipendenti e sedi in Sicilia, in Puglia e Piemonte. Una storia di successi per una famiglia che dalla produzione di olio, cominciata negli anni Sessanta dal capostipite Mauro Glorioso, è giunta alla macellazione conquistando un posto nel mercato italiano.
Da Nissoria in provincia di Enna, dove l’azienda ha la propria sede principale avendo scelto di conservare le proprie radici, i camion di Glorioso distribuiscono specialità a base di carne su tutto il territorio siciliano e nazionale. Non senza difficoltà, a partire dal gap infrastrutturale dell’isola: “Fare 200 chilometri in Sicilia costa il doppio che farli in Piemonte – dice Glorioso – La Sicilia non può pensare di decollare se non riparte dalle infrastrutture. Non parlo solo di rete viaria – che farebbe risparmiare molti soldi ma specialmente tante vite umane, visto il numero di incidenti sulle nostre strade – ma di tutte le forme di movimento di merci e persone. La Regione Siciliana non ha mai ottenuto la ‘continuità territoriale’, pagare 400 euro un biglietto aereo Catania-Roma quando quello Roma-New York ne costa 380 è sintomo che qualcosa davvero non funziona”.
“Senza un serio piano infrastrutturale non andremo da nessuna parte – spiega il titolare dell’azienda – non avere avuto progetti di medio e lungo periodo ha penalizzato la Sicilia. Il Ponte? Sicuramente è un’opera da fare, se tecnicamente sarà possibile. Ma non è certamente la soluzione. Per sbloccare questa regione ci vorrebbero cinque o sei porti seri che potessero movimentare navi veloci. Faccio un esempio: un tir che viene da Milano e deve andare a Mazara del Vallo perché dovrebbe passare da Messina? Più logico imbarcarmi a Genova e sbarcare a Trapani”.
Ma quello delle infrastrutture non è l’unico problema per un’impresa che voglia operare in Sicilia. “Pensiamo anche al problema del credito – continua Glorioso – Io sono cliente di una grossa banca. Ad Enna pago il 3,2% di interesse passivo, mentre con la stessa azienda a Torino pago il 2,2%. In Sicilia paghiamo uno sproposito in più, e non c’è verso di recuperare questa sproporzione. Al nord l’affidabilità dell’azienda non dipende più dalle capacità dell’imprenditore ma sulla validità del business plan che si presenta. Vale l’idea, insomma. Qui invece si continua a ragionare in termini di garanzie economiche, le banche considerano la Sicilia ad alto rischio e su questo costruiscono le loro richieste. E’ un problema di concezione del credito, che rende difficile ottenere finanziamenti bancari per chi non disponga già di un certo patrimonio”.
Una cecità che rischia di privare la Sicilia di molte opportunità di sviluppo. Specialmente per quanto riguarda i giovani: “Per fare un’impresa ci vogliono l’imprenditore, i dipendenti e il capitale – riassume il patron di Glorioso Carni – E purtroppo qualunque giovane che volesse avviare un’attività avrebbe grossi problemi ad ottenerlo. Questo è un problema reale che la politica e la pubblica amministrazione non si pongono ancora”.
Strada in salita, insomma, per creare le condizioni di sviluppo in Sicilia. A fronte di una crisi perdurante che ha colpito anche il settore agroalimentare: “La crisi c’è stata, è coincisa con quella economica ed è stata aggravata anche dalle mode del momento – dice ancora l’imprenditore – C’è stata una grande quantità di persone che hanno rinunciato a mangiare la carne diventando vegetariane o vegane. Secondo le statistiche parliamo di circa il 10% del mercato”. A fronte di ciò, Glorioso Carni è riuscita a reagire grazie al lavoro costante sui bisogni e le tendenze alimentari. “Abbiamo intuito, ad esempio, che c’era un’esigenza nuova di prodotti senza glutine. Oggi siamo l’azienda leader in Italia nella produzione di preparati di carne per celiaci, siamo presenti su tutto il territorio italiano”.
Un successo che non ha tolto all’imprenditore la voglia di guardare al futuro: “L’azienda e il management non stanno alla finestra – dice il titolare – Abbiamo tanti nuovi progetti e idee, abbiamo iniziato una collaborazione con l’Università degli Studi di Messina per mettere a punto nuove tecniche di allevamento, che puntino sull’alimentazione e sulla genetica. Stiamo anche lavorando con dei consulenti per proseguire nell’elaborazione di piatti pronti, sicuri e facili da cucinare. Siamo in crisi ma ne usciremo quanto prima”.
E per i giovani che volessero tentare la stessa strada nel primo settore, malgrado tutte le difficoltà del caso? “Potrei suggerire di rimboccarsi le maniche e tornare al passato – conclude Giuseppe Glorioso – Bisogna ritornare all’agricoltura e alla zootecnia, oltre che naturalmente al turismo, che rappresentano l’unica speranza per far ripartire la Sicilia. E’ ancora il nostro punto di forza, un’opportunità che i più lungimiranti non devono lasciarsi sfuggire”.