Politiche, regna la confusione sulle modalità di voto. La nostra guida

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A meno di un mese dalle Politiche regna sovrana la confusione sulle modalità di voto previste dal “Rosatellum bis”. Confusione aumentata dal fatto che esiste più di un modo di votare correttamente, con il rischio concreto che l’elettore, non avendo chiaro il sistema, annulli la scheda lasciando un segno di troppo. Un vero guaio, a fronte della progressiva riduzione del corpo elettorale e di un astensionismo che si annuncia molto alto. Vediamo dunque quali sono le modalità di voto, per fornire ai lettori una “guida” che possa semplificare l’esercizio del proprio diritto-dovere.

LA SCHEDA – Le schede per la Camera (di colore rosa) e per il Senato (di colore giallo, per gli elettori che abbiano compiuto i 25 anni di età) saranno costituite da diversi blocchi contenenti i simboli dei partiti con accanto i candidati nel collegio proporzionale. In caso di coalizione i partiti saranno “agglomerati” – sia il centrodestra che il centrosinistra presentano quattro liste che comporranno un unico blocco di coalizione. Sopra la coalizione o la lista sarà indicato il nome del candidato nel collegio uninominale.

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VOTO ALLA LISTA – E’ la modalità richiesta dalla maggior parte dei partiti, specialmente da quelli che correranno in coalizione. Barrando la lista X, inserita nella coalizione Y, il voto sarà attribuito automaticamente al candidato del collegio uninominale. Il voto alla lista consentirà di eleggere i candidati nel listino proporzionale della lista stessa, dunque di prevalere sugli alleati individuando chi sia la guida della coalizione.

VOTO AL CANDIDATO – E’ la modalità preferita da alcuni candidati “forti” nei collegi uninominali. In caso di lista singola – vedi Liberi e Uguali o Movimento Cinque Stelle – il voto al candidato equivarrà ad un voto alla lista. In caso di coalizione, il voto al candidato sarà ripartito, attraverso un logaritmo predisposto dal Ministero degli Interni, ai partiti che lo compongono. 

Il voto è valido anche se sono apposti due segni: uno sul nome del candidato del collegio uninominale e uno sul contrassegno, o comunque entro il rettangolo in cui esso è contenuto, di una lista collegata. Non è previsto il voto disgiunto, dunque non sarà possibile votare un candidato dell’uninominale di una coalizione X e la lista Y di un’altra coalizione. Non è prevista nessuna preferenza: i nomi dei candidati nel listino bloccato proporzionale e quelli dei candidati nel collegio uninominale saranno già stampati sulla scheda.

IL NUOVO PARLAMENTO – Per la nuova Camera 232 seggi saranno assegnati dai collegi uninominali, 386 dai collegi plurinominali e 12 dalla circoscrizione estero. Per il Senato 116 seggi saranno assegnati con il maggioritario, 194 con il proporzionale e 6 dalla circoscrizione estero. Per quanto riguarda i collegi uninominali, il seggio andrà al candidato che otterrà anche un solo voto in più rispetto agli altri.

Queste le modalità di voto previste dalla nuova legge. Qualunque altro segno sulla scheda rischia di comprometterne la validità. Lo spoglio per le Politiche si annuncia lungo e sofferto. 

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