CATANIA – Nell’ambito del Piano Export Sud 2, ICE CE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane organizza in collaborazione con Confcooperative Sicilia e l’Ufficio per le Politiche di Internazionalizzazione di Confcooperative un incontro specialistico per diventare fornitori di grande distribuzione europea. L’appuntamento è per il prossimo 16 febbraio.
Per arrivare preparati a questo incontro, abbiamo intervistato il dottor Antonello Ciambriello, funzionario dell’ufficio per le politiche di internazionalizzazione di Confcooperative al quale abbiamo posto alcune domande che ci permettono di fare un’analisi più approfondita di questo settore
Come si può accrescere la presenza sui mercati internazionali delle cooperative agroalimentari del Mezzogiorno?
«Quando all’estero si parla di Italia, il pensiero va subito alla nostra cucina, al nostro modo di vivere sano, ai colori, agli odori e a tutti quei sapori che solo le nostre terre e il nostro mare sono in grado di offrire. La Sicilia è una Regione che probabilmente, più di altre, riesce a esprimere questo mix di “marketing naturale” in ogni suo prodotto, dai vini agli olii, dai formaggi al miele, dalla frutta ai prodotti conservati, alla pasticceria. Ma per essere veramente competitivi sui mercati esteri, tuttavia, la qualità può non bastare se non sostenuta da volumi e standard produttivi adeguati e, soprattutto, da una struttura aziendale in grado di saper intercettare le nuove tendenze e le nuove modalità di consumo che si vanno affermando sui diversi mercati internazionali. Per questo motivo, grazie al supporto dell’ICE Agenzia, rispondendo a delle sollecitazioni che ci venivano proprio da alcune cooperative associate, abbiamo voluto organizzare una giornata formativa dal titolo “Obiettivo GDO – come diventare fornitori della grande distribuzione europea”, per offrire alle nostre cooperative strumenti e conoscenze specifiche per cogliere nuove opportunità di business oltre confine».
Che momento vivono le cooperative agroalimentari del sud?
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«Ci troviamo dinanzi ad un tessuto produttivo che presenta diversi livelli di efficienza, che varia a seconda dalle dinamiche economiche e produttive dei diversi settori in cui operano le imprese ma che inevitabilmente vede nelle aziende in grado di differenziare il loro business su più mercati uno stato di salute migliore rispetto a quelle che, invece, dipendono solo dal mercato italiano».
Le nostre varie aziende sono pronte per affrontare la grande distribuzione internazionale?
«Molte di esse sono gia presenti nella grande distribuzione, sia internazionale che italiana. Siamo convinti, tuttavia, che i tempi siano maturi per fare un passo in più. Le nostre cooperative, vuoi per dimensione, vuoi per il livello tecnologico e qualitativo raggiunto nei campi, negli allevamenti e negli impianti di trasformazione, possono ambire a qualcosa di più e porsi, nei confronti di alcuni colossi della distribuzione europea, non solo come fornitori di prodotti ma come veri partner di sviluppo per portare le eccellenze del Made in Italy anche in quei mercati extra UE dove le catene distributive europee hanno interessanti quote di mercato».
Quale il trend che spinge il mercato?
«I consumatori sono sempre più attenti a tematiche quali la sicurezza alimentare, la tracciabilita del processo e del prodotto, il saper produrre nel rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali: sono variabili importanti che sempre più indirizzano le scelte dei consumatori. Anche in questo le cooperative del Mezzogiorno hanno fatto importanti passi avanti investendo in impianti sempre più efficienti per quanto concerne l’utilizzo di pack biodegradabili, una gestione più efficiente delle acque per i cicli produttivi o l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili».
Come verrà articolato il seminario?
«Obiettivo del Seminario è di fornire alle aziende siciliane del settore agroalimentare gli strumenti specifici per intraprendere nuove opportunità di business con i gruppi di acquisto internazionali. Il seminario sarà articolato in una prima fase di aula in cui gli esperti della francese Wabel presenteranno le strategie di sviluppo dei principali operatori della GDO europea mentre nel pomeriggio si procederà con incontri individuali necessari per capire le reali potenzialità di business per le aziende più strutturate e già certificate IFS (International Food Standard). Per tutte le altre, invece, contiamo di poter delineare a breve un percorso che consenta loro di ottenere tale certificazione. Questa, mi preme dirlo, è solo una delle tante attività e dei tanti servizi per l’internazionalizzazione che Confcooperative offre gratuitamente alle proprie cooperative associate attraverso il sito dedicato www.internazionalizzazione.confcooperative.it ».
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