PALERMO – Non solo Vittorio Sgarbi. Se da tre mesi le uscite dell’Assessore regionale alla Cultura imbarazzano il governatore Nello Musumeci, in questi giorni altri membri della Giunta hanno fatto parlare di sé per la scelta – ritenuta da molti inopportuna – di candidarsi alle elezioni politiche a poche settimane dalla nomina nel governo regionale.
Parliamo degli Assessori Roberto Lagalla e Mariella Ippolito, entrambi in corsa per il Parlamento nazionale nelle fila di Noi con l’Italia-Udc. L’ex Rettore dell’Università di Palermo, con delega alla Formazione, corre per la Camera dei Deputati nel collegio plurinominale Sicilia 2 (Bagheria-Monreale-Marsala), in terza posizione dietro il leader del Cantiere Popolare Saverio Romano e la deputata uscente Gabriella Carlucci (sorella della più famosa Milly); l’ex Presidente dell’Ordine dei farmacisti di Caltanissetta, titolare delle Politiche sociali, corre sempre per la Camera nel collegio Sicilia 3 (Gela-Agrigento-Mazara del Vallo) in seconda posizione dietro il senatore uscente Giuseppe Ruvolo.
Proprio la Ippolito aveva fatto parlare si sé quando, all’atto della nomina nella Giunta Musumeci in quota Popolari, era stata ricordata la sua candidatura alle Politiche 2013 nelle fila di “Rivoluzione Civile” dell’ex pm Antonio Ingroia. Un movimento posto all’estrema sinistra dell’arco costituzionale, che non aveva impedito alla farmacista di far parte del governo di centro-destra. E di ritentare l’ingresso in Parlamento nella formazione democristiana guidata a livello nazionale da Raffaele Fitto e Lorenzo Cesa. Una mossa che anche stavolta non è sfuggita ai riflettori.
Specialmente a quelli dei diretti interessati dell’Assessorato alle Politiche sociali. “Dopo Sgarbi, anche lei, nostro assessore di riferimento e altri assessori, intraprendono un’altra strada verso il parlamento Nazionale – scrive il comitato Siamo Handicappati No Cretini – Nulla in contrario se non fossimo in un momento di crisi totale e se loro non fossero anche Assessori. Se non volevano fare gli assessori perché accettare un incarico così importante? Il problema non è l’opportunità o meno di candidarsi, che è e rimane una legittima scelta seppur inopportuna a pochi mesi dalle loro nomine, quanto piuttosto la scelta di farlo a scapito nostro”.
Secondo il comitato, infatti, la corsa per Montecitorio della responsabile delle Politiche Sociale sarebbe alla base di ennesimi disservizi per i disabili: “Adesso abbiamo capito perché ha avuto altro da fare in questi giorni, che stare ad ascoltarci (malgrado le nostre formali richieste di incontro) – attaccano gli esponenti del comitato – perché non si è attivata seriamente neanche per interrompere l’oscena richiesta di certificazione ISEE, partita dal suo assessorato il 6 dicembre scorso del tutto illegittimamente, per rallentare tutto il processo di riconoscimento dell’assegno e di cui più volte abbiamo chiesto il ritiro, sia noi che la Garante delle persone con Disabilità. Perché non si è attivata per fare erogare l’ assegno di cura agli aventi diritto nei tempi stabiliti”.
Accuse pesanti, quelle del comitato, a cui l’Assessore Ippolito non ha ancora replicato. Quel che pare certo è che la sua scelta, insieme a quella dei colleghi Lagalla e Sgarbi di correre per il Parlamento – quest’ultimo con l’obbiettivo dichiarato di ottenere il Ministero della Cultura – rischia di imbarazzare una volta di più il Presidente della Regione, che a poche settimane dalla nomina ha già dovuto sostituire – tra le polemiche, riprese anche dalla stampa e dalla tv nazionali – il responsabile dei Rifiuti.
Anche volendo, per chiedere il ritiro delle candidature sarebbe tardi. Bisognerà aspettare il 5 marzo per sapere se dalle urne ci saranno sorprese e se Musumeci sarà costretto ad ulteriori sostituzioni.