CATANIA – “Sant’Agata è in mezzo a noi!”.
Lo ha esclamato monsignor Barbaro Scionti, parroco della cattedrale, salendo sul fercolo di Sant’Agata e pronunciando le prime parole del suo discorso, discorso che precede l’avvio del lungo giro esterno che da stamattina alle 7 e fino a domani mattina coinvolgerà diverse parti della città.
Continuando il suo intervento, Scionti ha ricordato come anche Agata si sia svegliata presto questa mattina per incontrare i suoi concittadini, soprattutto i giovani: “La giovane Agata è innanzitutto vicina ai giovani numerosi in questa piazza e tra i cordoni del fercolo. Agata, giovane per i giovani, si rivolge oggi a tutti e noi, pastori e popolo insieme, ci mettiamo in ascolto del suo messaggio. Il Papa ci chiede di prepararci al prossimo Sinodo dei vescovi (ottobre prossimo) mettendoci in atteggiamento di ascolto nei confronti dei giovani, dunque mettiamo attenzione alla parola e alla testimonianza di vita della giovane Agata, facciamo memoria del suo martirio. Le virtù umane di Agata, la fede di Agata, il coraggio di Agata ci indicano la via attraverso la quale possiamo raggiungere la felicità che tutti giustamente desideriamo. Sappiamo tutti che ilnome di Agata significa “Buona” e così Ella si presenta a noi: Agata-Buona…Nell’incontro di fede con Gesù Agata scopre che può realizzare la sua vita, può realizzare quello che il suo nome significa rimanendo legata saldamente a Cristo Signore. Come il tralcio è legato alla vite Agata è legata a Gesù, è sua amica, non lo lascia, non lo tradisce, non smette di rimanere con Lui neanche nelle violenze che subisce, anzi è proprio in questo stare unita saldamente a Gesù che trova il coraggio per una ferma scelta di vita: “Io confesso Cristo con le labbra e con il cuore, non cesso giammai di invocarlo”.
Completando il suo discorso, Monsignor Scionti ha detto: “Non è una donna paurosa, è una donna coraggiosa, piena di speranza e di vita: “Ho per Salvatore il Signore Gesù Cristo. Con la sola parola cura ogni ferita. La sola sua voce tutto ristora”. Facciamo nostra questa certezza di Agata e iniziamo il nostro cammino insieme a Lei per le vie della Città nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Camminiamo con amore e rispetto. Con fede e devozione a Cristo, nella Chiesa gridiamo e sempre grideremo: cittadini w Sant’Agata”.
Commovente come sempre il momento in cui all’alba di stamattina è stato aperto il sacello da dove è venuta fuori Sant’Agata: tanta la gioia che si respirava dentro e fuori la Chiesa, tanti i fazzoletti bianchi che sventolavano in aria, tante anche le lacrime di felicità nel rivedere dopo un anno il volto della Santa Patrona.
L’uscita – dopo la Santa Messa – è stata salutata dai fuochi d’artificio e dalle parole di mons. Scionti. Ultimato il discorso del parroco della Chiesa è cominciato il lungo giro esterno. Il fercolo – bardato di fiori di colore rosa che sottolineano il martirio subito dalla giovane Agata – ha imboccato, infatti, Porta Uzeda per proseguire da via Desmet e poi via Calì, via Vittorio Emanuele, Piazza Martiri, via VI Aprile, piazza Papa Giovanni XXIII (stazione), viale della Libertà, piazza Iolanda, via Umberto, via Grotte Bianche, piazza Carlo Alberto, via San Gaetano alla Grotta, piazza Stesicoro, via Cappuccini, piazza San Domenico, via Santa Maddalena, via Plebiscito (nord), via Vittorio Emanuele II, piazza Risorgimento, via Aurora, via Palermo, piazza Palestro, via Garibaldi, via Plebiscito (sud), via Cristoforo Colombo, via Cardinale Dusmet, piazza Duomo.
Proprio in via Desmet, all’altezza dell’Arcivescovado, monsignor Salvatore Gristina (arcivescovo metropolita di Catania) ha reso il suo omaggio consegnando una candela alla Santa Patrona.