CATANIA – Ha dedicato il premio a suo papà che non c’è più, ha intrattenuto – come solo lui sa fare – e ha ripercorso la sua infanzia e la sua adolescenza. Ringraziando Catania perché gli ha dato la vita: stava rischiando di morire alla nascita e rischiava di perdere la vita anche sua madre ma “grazie al dottore Gibiino ci siamo salvati e lui veramente mi ha dato la vita“. Non lesina ricordi Rosario Fiorello nel parlare alla città di Catania contento ed emozionato per aver ricevuto la Candelora d’Oro, riconoscimento istituito 21 anni fa per rendere omaggio alle grandi personalità siciliane e catanesi. Un premio che, insieme all’accensione della lampada votiva, segna l’inizio del triduo dedicato ai festeggiamenti in onore di Sant’Agata.
Fiorello, puntuale alle 20, accompagnato dal sindaco, è salito sul piccolo palco allestito nel cortile del Comune e ha intrattenuto tutti i presenti dopo aver ascoltato le parole a lui dedicate dal sindaco Enzo Bianco.
Ha citato la madre – “avrà acceso una luminaria dentro casa per onorare sant’Agata e ha esultato sapendo che dovevo ricevere questo riconoscimento: se gli avessi detto che avevo vinto un Oscar non avrete esultato allo stesso modo” – Ognina dove è nato, le serate a Catania con gli amici. Ha scherzato – scusandosi con l’Arcivescovo se ogni tanto qualche parola poco opportuna veniva fuori -, si è donato a chi ha chiesto un selfie e ha assaporato ogni momento della sua visita a Catania.
Ecco cosa ha raccontato incontrando la stampa