Sant’Agata tra sacro e…dolciario: “le minnuzze e le olivette” i dolci della tradizione agatina

- Pubblicità -

CATANIA – È iniziato il countdown per la grande festa in onore di Sant’Agata. Le candelore già con la loro “annacata” e i loro “inchini” invadono le strade della città.  S’intravedono i devoti con i loro sacchi bianchi inamidati pronti a riabbracciare Agata e il suo coraggio. 

Bar, pasticcerie e panifici già da gennaio espongono in vetrina “Minnuzze e olivette”, i dolci tipici di Sant’Agata. Il loro profumo rimanda alla mente i ricordi d’infanzia quando piccoli giravamo per Catania, magari accompagnati dai nonni, con in mano un sacchetto di olivette e nell’altra il torrone di Sant’Agata o lo zucchero filato mentre eravamo intenti a scegliere il palloncino più bello. 

- Pubblicità -

Sacro-dolciario e profano si mischiano in modo che la terza festa al mondo, dopo la Settimana Santa a Siviglia e la Festa del Corpus Domini in Perù, per partecipazione popolare e per sentimento religioso, sia perfetta. Ogni cosa per la festa dedicata alla Patrona Agata ha un significato ben preciso. 

Le olivette di pasta di mandorle, ricoperte di zucchero e colorate di verde e in alcuni casi per i più golosi ricoperte di cioccolato sono da collegare a un momento della vita di Sant’Agata, la quale nel chinarsi per allacciare un calzare mentre era ricercata dai soldati di Quinziano, il proconsole romano invaghitosi della giovane,  vide sorgere davanti a se una pianta di olivo selvatico che la nascose dalla vista delle guardie offrendole i frutti per sfamarsi. 

Storia diversa quella legata alle “minnuzze”, piccole cassate siciliane con pan di spagna imbevuto di rosolio e farcito con ricotta, cioccolato e canditi con una copertura di glassa bianca e una ciliegina al centro per completare la guarnizione che secondo la tradizione rappresentano la mammella tagliata a Sant’Agata durante il martirio. Dopo ripetuti tentativi e numerosi rifiuti, Quinziano tentò di tutto per piegarla alla sua volontà fino allo strappo della mammella con delle tenaglie. Il 5 febbraio del 251 la Santa spirò nella sua cella. I seni di Agata furono risanati notte tempo da San Pietro apostolo. Quinziano sconfitto si vendica condannandola al rogo. Da quest’episodio agiografico l’arte pasticciera catanese ha creato le gustose e prelibate cassatelle in onore di Sant’Aituzza. 

Queste le ricette: 

Le minnuzze:

Ingredienti

  • pan di spagna:
  • 3 uova
  • 60 g di farina 00
  • 60 g di zucchero
  • la scorza grattugiata di mezza arancia
  • farcia:
  • 300 g di ricotta di pecora
  • 50 g di zucchero a velo
  • 20 g di gocce di cioccolato (che avrete avuto cura di congelare)
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 70 ml di rosolio all’arancia
  • copertura:
  • 400 g di zucchero fondente
  • 10 ciliegie candite

Procedimento

  1. Preparate il pandispagna, con l’aiuto di un frullino elettrico sbattete insieme le uova con lo zucchero e la scorza d’arancia fino a quando la massa di uova sarà triplicata di volume e il composto “scriverà”, significa che sollevando la frusta la crema di uova che verrà giù non affonderà nella ciotola ma resterà in superficie. Unite la farina in tre volte e con una spatola incorporatela al composto.
  2. Stendete il composto su una teglia rettangolare foderata di carta forno e infornate a 160° per circa 10 minuti o poco più, dipende dal vostro forno.
  3. Nel frattempo nel bimby, o in un mixer frullate la ricotta insieme allo zucchero e a 1 cucchiaino di vaniglia, a mano poi unite le gocce di cioccolato.
  4. Sfornate il pandispagna e lasciatelo intiepidire, e intanto versate negli stampi (io ho preferito quelli di silicone) la ricotta, livellatela bene cercando di evitare bolle d’aria.
  5. Con l’aiuto di un taglia-pasta rotondo incidete tanti cerchi di pandispagna, bagnateli con un pochino di rosolio di limone o di arancia, poi premete i cerchi di pandispagna al centro di ogni stampo (vedi foto). Mettete lo stampo in freezer per 15 minuti.
  6. Nel frattempo riscaldate lo zucchero fondente, in microonde o a bagno maria.
  7. Tirate fuori le minne dal freezer e sformatele su una gratella, mettete sotto la gratella un grande piatto, che possa raccogliere l’eccesso di fondente.
  8. Con l’aiuto di un coppino versate il fondente su ogni minnuzza, dovrete essere veloci perché si raffredda alla velocità della luce e non è facile poi da lavorare. Diciamo che dovrete colmare il coppino in maniera tale che ne basti una colata a stendere il fondente omogeneamente.
  9. Posizionate la ciliegina subito prima che si raffreddi del tutto.
  10. Lasciate in frigo fino al momento di portare i dolci in tavola.

Le olivette di sant’Agata:

250 g di mandorle pelate 
rum 
zucchero semolato 
una fialetta (10 cc) di colorante verde per dolci 

1) Pestate le mandorle in un mortaio insieme con 125 g di zucchero o, se preferite, tritatele nel mixer. Sciogliete in un pentolino 125 g di zucchero con 4-5 cucchiai di acqua su fuoco basso, mescolando fino a quando avrete ottenuto uno sciroppo filante e limpido. 
2) Togliete lo sciroppo dal fuoco, unite il pesto di mandorle preparato, un goccio di rum e il colorante verde e mescolate con cura finché il composto diventa omogeneo. 
3) Con la pasta di mandorle ottenuta formate tante olivette, passandole tra le mani inumidite (se si asciugano troppo, inumiditele ulteriormente con poca acqua). Fatele rotolare nello zucchero e lasciatele riposare finché si saranno rassodate bene.

 

 

- Pubblicità -