PALERMO – “Orgoglioso dei candidati PD in Sicilia. Una squadra nuova e competente per una sfida a testa alta”. A pochi giorni dalla chiusura delle liste e dalle polemiche sull’esclusione della minoranza a vantaggio dei fedelissimi del segretario Matteo Renzi, è proprio un renziano della prima ora come Davide Faraone a tornare sui nomi schierati per le politiche del 4 marzo. “Siamo orgogliosi di queste liste – ha scritto su Facebook il Sottosegretario alla Salute del Governo Gentiloni, capolista al Senato nel collegio plurinominale Sicilia 1 – In Sicilia ci prepariamo ad una sfida a testa alta essendo competitivi in tanti collegi uninominali”.
Un’ostentazione di ottimismo che non è piaciuta al pubblico della rete, come dimostrano i commenti al post del Sottosegretario. “Avete trasformato il PD, partito in cui io credevo e mi identificavo, nel partito di Renzi”, denuncia Claudio annunciando di votare per Liberi e Uguali. “Colgo tanta enfasi (ed e’ giusto) ma purtroppo perderete. La colpa in primis e’ di Renzi che ha spaccato il PD, oltre ad non esser stato coerente ed onesto quando doveva!”, ribadisce Pino contestando le scelte del Segretario. “Io sono un’ex elettrice del PD e la colpa è della vostra arroganza e presunzione. La gente non è stupida. Avete passato ogni limite”, attacca Claudia.
Un leit motiv ricorrente, quello dell’abbandono dell’identità di sinistra: “I veri comunisti hanno sempre votato restando nell’ombra. Mentre voi democristiani, ignoranti, amanti del potere, cambia casacca, ci fate votare Casini – scrive Gaspare riferendosi all’ex presidente del Senato candidato a Bologna con il supporto dem – Penso che neanche otturandosi il naso un vero elettore di sinistra ci riuscirebbe”, conclude sconsolato l’utente. “Il pd di oggi non ha niente a che vedere con la sinistra, né con il comunismo – interviene Luigi – oggi c’è solo una classe politica che fa acqua da tutte le parti, che ci prende in giro fingendo di pensare ai nostri interessi, ma noi continuiamo a essere torpidi, non ci svegliamo mai”. Qualcuno riporta la discussione alle Politiche: “In Sicilia grazie a Ronz… ino, ci sarà per il PD un “replay ” delle ultime elezioni regionali”, profetizza Sebastiano.
Forti critiche anche per la decisione di candidare il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi nei collegi proporzionali di Ragusa-Siracusa, Messina e Palermo provincia: “Vorrei capire che ci azzecca la Boschi in Sicilia, a discapito di tante donne siciliane, che sicuramente meriterebbero, molto ma molto di più di lei”, attacca Gianluca. “Con la Boschi in tre collegi siciliani avete proprio dimostrato competenza, senza considerare l’elezione di Micciché a presidente ARS con i vostri voti“, alza il tiro Filippo. Ma anche altre contaminazioni non sono gradite: “Di qualcuno c’è solo da gioire, per altri assolutamente no. Citofonare Articolo 4“, chiosa Alessia.
Sui social, insomma, monta la rivolta contro la svolta ultra-renziana del partito, anche in Sicilia. Ma anche nel “mondo reale” la situazione del partito regionale non sembra tranquilla. Tra correnti, faide e smottamenti l’impressione è che si aspetti il 5 febbraio per il redde rationem su un partito che a partire dalla debacle al referendum costituzionale del 2016 – che vide in Sicilia una roccaforte del No – passando per le amministrative e le regionali per arrivare alle Politiche sembra non imbroccare più una giusta. Senza che a ciò corrisponda una presa d’atto da parte della classe dirigente. Presa d’atto che potrebbe arrivare, volente o nolente, tra poco più di un mese. Malgrado i post carichi di ottimismo di Faraone.