CATANIA – La notizia era nell’aria e già da qualche settimana in ambienti politici e giornalistici si chiacchierava di questa possibile discesa in campo di Emiliano Abramo, responsabile regionale della Comunità di Sant’Egidio. Un uomo spesso tirato per la giacca dalla politica – ha rifiutato un assessorato regionale offerto dall’allora governatore Rosario Crocetta e uno comunale offerto dal sindaco Enzo Bianco – ma rimastone sempre fuori perché non ne condivideva il modus operandi.
Ora però ha deciso di rispondere presente alla politica, a quella politica – però – che parte dal popolo, dalla pancia del popolo, dai sentimenti, le contraddizioni, i malumori e le potenzialità. Da quella politica che vuole smarcarsi da Bianco, ritenuto responsabile del cattivo andazzo del capoluogo etneo.
“Voglio capire come si sia arrivati a questo enorme debito – ha proseguito l’aspirante primo cittadino – capire come sono stati gestiti i soldi. Basta sprechi, basta essere complici di chi ha rovinato la città”. Abramo da vita dunque a una proposta di coinvolgimento, anche a chi ha fatto politica o vorrà farla per la prima volta.
Nei confronti di Bianco Abramo ha parole nette: “Non serve essere one man show ma serve dialogo – attacca in riferimento ai rapporto del primo cittadino con la Giunta – basta essere complici e per questo faccio un passo in avanti con una proposta civile che coinvolga la società civile. Non sono contro, sono l’alternativa”.
Emiliano Abramo, 37 anni, fa parte della Comunità di Sant’Egidio sin dall’adolescenza. Una laurea di Scienze Politiche all’Università di Catania, ha ricoperto il ruolo di ricercatore presso l’Università Tor Vergata di Roma e di docente presso la Link Campus University di Catania. Tra i premi ricevuti negli anni per il suo impegno civile la Colomba d’oro per la Pace, edizione 2015, ed il premio “Nella memoria di Giovanni Paolo II” del ministero della Giustizia e della Conferenza Episcopale Italiana.