Una storia molto forte quella raccontata nel romanzo Anisha scritto dall’avvocato Marino Julo Cosentino, attraverso le vicende di una famiglia e dei complessi meccanismi tra suoi componenti, si affrontano importanti tematiche come migrazione e integrazione.
Il libro, pubblicato da Giovane Holden Edizioni, narra la vita di Anisha, una giovane nepalese cresciuta a Parigi e fuggita in Italia dal nonno, una trama che intreccia gli affetti di una famiglia con le relazioni sociali, in un incontro tra culture e usi diversi, che trova la chiave di volta nell’accettazione di se stessi e dell’altro accanto a noi.
Anisha, verrà presentato oggi pomeriggio alle 17.30 presso la libreria Cavallotto di Catania, a dialogare insieme all’autore ci sarà Gaetano Mancini, presidente di Confcooperative Sicilia e il giornalista Daniele Lo Porto.
Abbiamo incontrato l’avvocato e scrittore Marino Julo Cosentino che ci ha parlato del suo primo romanzo.
Anisha è il racconto della vita di una ragazza che combatte per la sua libertà, ma tra le sue pagine vi è molto di più, ogni personaggio dovrà affrontare una battaglia personale e sociale.
«Il libro racconta la storia di Anisha ma anche quella del nonno e dei genitori ed è costruita attraverso forti contrasti personali e familiari. La ragazza è figlia di nepalesi trapiantati a Parigi, ma si ribella al destino scelto per lei dai suoi genitori e fugge grazie a un amico, decidendo di andare a vivere in Italia con il nonno. Ma le difficoltà nei personaggi della vicenda sono tante, il nonno è un ex soldato Gurkha, che ormai conduce una vita sempre più ascetica, oppresso dai rimorsi per le azioni commesse nel suo passato violento di militare e dal rimpianto per la morte della sua amata moglie. Il padre di Anisha, vive il disaggio dell’integrazione, l’uomo aveva vissuto a Londra e voleva amalgamarsi alla società inglese del dopoguerra ma invece, non riuscendoci, si ritrova dentro un proprio fondamentalismo culturale che si contrappone al desiderio di Anisha di integrazione e libertà. Nel narrare la storia si intrecciano i caratteri di tutti i personaggi e i contesti in cui vivono, i genitori a Parigi, la ragazza in Italia e le loro origini nepalesi, è una storia affrontata non dal punto di vista religioso, ma da quello civile fatto di usi, costumi e abitudini culturali».
Il romanzo è ambientato negli anni ’70 ma tratta problemi molto vicini alla nostra realtà. Nelle testo lei affronta le difficoltà che i migranti trovano nell’inserirsi nei nostri usi e costumi, spesso molto diversi dai loro.
«Lo spunto del racconto nasce proprio dall’incontro della nostra protagonista Anisha, ormai diventata una docente, con una sua allieva islamica. Durante un battibecco tra la studentessa con un coetaneo, Anisha li riprende e inizia a raccontare una storia di integrazione che poi scopriremo è la sua storia. Quindi è una vicenda che affronta una tematica che nasce nei nostri tempi ma che in realtà è un dilemma antico, proprio per questo ho deciso di affrontare il tema dell’integrazione Inglese, perché la società anglosassone è da sempre stata multietnica in quanto ha vissuto l’impero, cioè l’inserimento di diverse razze all’interno del proprio stato giuridico. Bisogna ricordare per esempio che il famoso “Ius Soli” lo inventarono gli inglesi, affrontando così certi problemi molto prima di noi. Quello che purtroppo accade oggi riguarda alcuni giovani di terza generazione di migranti che non si integrano nella nostra società, riproponendo il medesimo problema del passato ma in una nuova formula, soprattutto per noi che non abbiamo una forma sedimentata rispetto a questi fenomeni di migrazione, ma dobbiamo ancora abituarci alla società multietnica. L’intento nel mio libro è stato proprio questo, affrontare l’integrazione, resa difficile dagli usi, dai costumi, dalle tradizioni oltre che dalla religione, con un approccio di apertura e di superamento delle barriere».
La vicenda si snoda attraverso tre paesi con culture, tradizioni e religioni diverse. Conosceva già i questi luoghi o ha dovuto effettuare delle ricerche?
«Mi sono documentato soprattutto per quella nepalese, ho letto molti libri e reportage cercando di confrontarmi anche con il mio insegnante di inglese che conosceva bene la storia dei GurKha, che sono un reggimento anglo indiano a cui apparteneva il nonno di Anisha nel romanzo. L’esercito rimase poi in Inghilterra dopo la divisione tra India e Gran Bretagna, e combatté durante la seconda guerra mondiale».
Tra le tante problematiche affrontate nel libro si può anche parlare di contrasto generazionale?
«Si certo, c’è lo scontro tra l’amico, poi diventato fidanzato e marito di Anisha, con la famiglia della donna, soprattutto dal momento che l’aiuta a scappare dal destino che i suoi parenti avevano scelto per lei. Anisha desidera studiare e sposare un uomo di cui si vuol innamorare, mentre per la sua famiglia lei deve prendere come marito l’uomo che loro hanno scelto e che l’avrebbe fatta vivere a Parigi. La molla scatta proprio da questo desiderio di affermazione e di libertà, nato dalla voglia di emancipazione di Anisha».
Come è nata la vicenda di Anisha, si è ispirato a una storia vera?
«E’ una storia verosimile a quella di tante ragazze che si ribellano alla famiglia, anche se qui è più complicata perché entrano in contatto anche civiltà diverse. Ma la storia di Anisha è un fenomeno di costume, una vicenda frequente anche oggi. Ricordo una notizia di qualche mese fa che raccontava un caso analogo di una ragazza di Palermo che i genitori volevano costringere a sposare e che si è dovuta rivolgere alla polizia per poter evitare il suo destino prestabilito. Diciamo che fino agli anni 50 la situazione della donna in Italia, soprattutto qui al sud, non era poi così differente, anche noi ci siamo emancipati da relativamente poco».
Lei è un avvocato e Anisha è il suo primo libro. Continuerà a scrivere, ha già qualcos’altro pronto nel cassetto?
«Anisha l’ho scritto nel 2010 ma non l’ho pubblicato subito, mi sono deciso solo un anno fa, spinto da alcuni amici che l’avevano letto. Ho altri libri pronti, uno riguarda il tema dell’immigrazione trattato in maniera diversa, una storia simile a quella di Anisha, ma più contemporanea e di certo questo sarà il prossimo libro che pubblicherò».