CATANIA – La prima “uscita” è avvenuta il 9 gennaio a Roma, città di Adriano, nel parco archeologico dell’Appia Antica. Domani invece sarà finalmente presentato a Catania, nel suo territorio, Hadrianus il vino dell’imperatore, un rosso che nasce dal cuore dell’Etna dal sapore piacevolmente fresco. Nella splendida cornice del Museo Diocesano Riccardo Tomasello, a capo della cooperativa sociale BIOS che ha portato avanti il progetto Natura Divina, farà conoscere ai tanti e illustri ospiti presenti un vero gioiello enologico, nella sua doppia versione, classica ed esclusive gold.
Abbiamo domandato a Riccardo Tomasello alcune informazioni in più sul vino Hadrianus, prima dell’evento tanto atteso, soprattutto dagli intenditori.
Dopo anni di intenso lavoro, è nato Hadrianus, il vino rosso dell’Etna che fa parte della grande famiglia di Natura Divina.
«Si esatto, l’iniziativa nasce sempre sulla scia di Natura Divina, il progetto nato nel 2014 da una sinergia tra la cooperativa sociale Bios e l’Arcidiocesi di Catania per favorire nel nostro territorio delle iniziative di agricoltura sociale. Siamo partiti con un carciofeto al Gelso Bianco e dopo il successo di questa prima fase, l’Arcidiocesi ci ha affidato la cura di un bellissimo vigneto che si trova sull’Etna a Monte Arso, zona Nicolosi. Sono 10 ettari di cui 5 e mezzo del vigneto che si trova nella reale riproduzione dell’Etna Rosso Doc, abbiamo recuperato il terreno e una parte è interessata alla produzione di Nerello Mascalese mentre altri 3 ettari sono invece riservati al Carricante che è un vino bianco, ma questo impianto è recente quindi per ottenere un buon risultato dobbiamo aspettare ancora un paio d’anni».
Un vino pregiato dalle forti caratteristiche, come mai avete scelto di intitolarlo ad Adriano?
«Il vigneto presenta una tradizione della viticoltura etnea quindi ad alberello su suolo vulcanico con una forte pendenza, proprio per questa caratteristica la viticultura prende il nome di “eroica” perché vi è poca meccanizzazione e tutto il lavoro è svolto manualmente. Le operazioni vengono eseguite sotto l’attenta guida del nostro enologo Giuseppe Paolì fino al processo di vinificazione e l’imbottigliamento. Nel 2016 abbiamo deciso di realizzare questa prima vendemmia ed è nato così Hadrianus. Abbiamo voluto dedicare il vino all’imperatore Adriano un uomo che onorò la nostra terra, ma soprattutto, vogliamo omaggiare la visita che l’imperatore fece nel 128 d.c. in Sicilia, in particolar modo sull’Etna dove volle partecipare all’ascensione del sole che per lui era un rito di rinascita. È molto bello ritrovare nei passi della “Historia Augusta” o nelle pagine del romanzo storico “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar, questa visione dell’Etna di Adriano, di un alba fatta di colori che si irradiano e che, ne il passare del tempo, ne l’uomo, potrà mai modificare».
Parliamo di Bios la cooperativa sociale di cui ti occupi, che bilancio puoi fare dell’anno appena trascorso?
«Il bilancio è positivo e questo mi rende molto fiducioso. La cooperativa riesce a garantire l’occupazione dei propri soci, le attività non ha subito nessun calo quindi la crisi non si sente all’interno della cooperativa. Il lavoro è centrale per noi ed è fondamentale favorire e mantenere l’occupazione».
L’ultima domanda la riservo alle novità! Quali sono dei progetti a cui stai lavorando e che intendi realizzare nel 2018?
«Quest’anno continueremo sempre con Natura Divina e stiamo realizzando un progetto turistico che si chiama “Aetna Hadriani” (L’Etna di Adriano) che ripercorre tutto il percorso che l’imperatore ha fatto durante il suo viaggio in Sicilia. Siamo riusciti a mappare l’itinerario che si snoda da Siracusa fino alle pendici dell’Etna passando per Centuripe, Paternò, la valle del Simeto,Adrano, Taormina, grazie al lavoro del professore padovano Raffaele Mambella, vogliamo mettere su questo percorso turistico e offrirlo poi ai tour operator. L’obbiettivo è quello di mostrare la Sicilia con gli occhi di Adriano, per esempio a Centuripe, dove lui fu ospitato da una famiglia molto influente dell’epoca, c’è un museo archeologico dove ancora oggi è conservata una testa dell’imperatore Adriano che apparteneva a una statua alta 4 metri. Questo percorso ci permette di valorizzare e far scoprire delle aree storico, culturali importanti della nostra terra anche perché la presenza di Adriano in Sicilia gli permise di finanziare alcune opere, per esempio pochi sanno che la scena del Teatro Antico di Taormina è stata donata dall’imperatore così come, si dice, che fece delle opere di riqualificazione al Teatro Romano di Catania. Quindi quest’anno, alle nostre attvità produttive, vogliamo accostare questa nuova avventura, cerando un percorso che sarà sia turistico, culturale ma anche emozionale, perché si concluderà con la bellissima alba sull’Etna che ci incanterà così come duemila anni fa strego Adriano».