RAGUSA – Dall’isola di Malta alle province del Sud Est siciliano. Per cacciare di frodo. Sedici presunti bracconieri sono stati bloccati dalle forze dell’ordine proprio all’imbarco del catamarano “Jean de La Vallette”, mentre stavano ritornando verso l’isola dei Cavalieri.
Nel corso delle prime settimane del 2018, a seguito di specifiche disposizioni emanate dagli organi di vertice, i finanzieri della Tenenza di Pozzallo, i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e il personale del Nucleo venatorio della polizia provinciale di Ragusa hanno intensificato le attività di controllo. L’attività, basata su una preliminare analisi rischio eseguita sulle liste passeggeri, ha portato in questi ultimi giorni a sottoporre a controllo numerosi cacciatori maltesi che, attirati dall’importante diversificazione faunistica tipica delle province di Ragusa e Siracusa, e non solo, sono giunti in Sicilia per dilettarsi nella pratica venatoria. In particolare, l’intensificazione in questione ha consentito di sottoporre a controllo ed identificare compiutamente i 16 cacciatori, tutti maltesi, alcuni dei quali sono stati trovati in possesso di esemplari di selvaggina abbattuta riconducibile a specie animali protette (soprattutto uccelli anatidi tra cui morette, combattenti, marzaiole, ecc.), altri sprovvisti di regolare porto d’armi ed altri ancora in possesso di strumentazione come puntatori laser, richiami elettroacustici per uccelli e fari notturni, tutti oggetti vietati per uso caccia. Pertanto, dopo aver avvisato il magistrato di turno presso la Procura della Repubblica di Ragusa, i 16 sono stati tutti denunciati ai sensi della legge 157 del 1992 e sono stati sottoposti a sequestro 16 fucili, con i relativi munizionamenti, assieme a diverse decine di esemplari di volatili abbattuti, riconducibili ad una attività venatoria condotta in maniera assolutamente illecita.
“La funzionalità di questo servizio – spiegano le forze dell’ordine che hanno partecipato all’operazione – resa possibile grazie all’importante collaborazione sinergica resa dalle diverse forze di polizia, non si limita alla semplice contestazione delle violazioni commesse, ma va ben oltre. Infatti, mira a dare un segnale a tutti coloro che intendono perseverare nella conduzione di illeciti simili e, contestualmente, tutelare coloro che praticano l’attività venatoria nel rispetto delle regole e soprattutto dell’equilibrio naturale della fauna locale. L’attività di controllo proseguirà senza sosta”.