I fondi europei fanno gola alla mafia. Blitz tra Enna e Messina, sequestrati 11 milioni di euro.

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SICILIA – Grazie all’operazione “Nibelunghi”,  coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, i finanzieri del GICO del nucleo di polizia economico finanziaria di Caltanissetta insieme ai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Enna, hanno eseguito tra Valguarnera Caropepe – in provincia di Enna – e Capizzi – in provincia di Messina – sei ordinanze di custodia cautelare nei confronti di elementi di spicco legati al clan Emmanuello.

L’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni di proprietà di affiliati a cosa nostra.

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 Gli investigatori hanno rilevato come vi erano degli interessi della criminalità organizzata di stampo mafioso nell’illecita acquisizione di aziende agricole e di appezzamenti di terreni utilizzati per la presentazione di domande per i contributi Agea. In particolar modo  le indagini, scaturita dall’analisi delle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, hanno insistito sui flussi finanziari appartenenti a Gabriele Giacomo Stanzù (già in carcere): l’attività illecita ha permesso alla famiglia Stanzù, attraverso dei prestanome, di continuare a beneficiare dell’incameramento di contributi comunitari.

 

Sono stati, infatti, individuati anomali flussi di capitale di patrimonio che da Stanzù finivano nelle mani degli altri arrestati questa mattina.

 Per questo si è proceduto a un sequestro di beni per un valore superiore a 11 milioni di euro. 

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