In generale, l’utilizzo incosciente e smodato della tecnologia è stato più volte stigmattizzato dagli stessi creatori. In diverse occasioni la giustizia è dovuta intervenire per condannare alcuni reati commessi con l’utilizzo delle nuove tecnologie.
Steve Jobs dichiarava già nel 2010:” Dobbiamo limitare l’uso della tecnologia dentro casa da parte dei nostri bambini”.
“Conosco i pericoli della tecnologia, li ho vissuti sulla mia pelle e non voglio che accada lo stesso ai miei figli” diceva Chris Anderson (Wired).
Per non parlare degli attacchi da parte degli ex board manager di Facebook come Sean Parker (ex presidente di FB) e Chamath Palihapitiya (vicepresidente per la crescita degli utenti di FB). Quest’ultimo, a novembre del 2017, ha detto di provare “un tremendo senso di colpa per la compagnia che ha contribuito a creare”. “I cicli di feedback a breve termine che abbiamo creato, guidati dalla dopamina, stanno distruggendo il modo in cui funziona la società”.
Entrando nel merito dei social network, essi si possono definire tecnicamente come delle sottoreti chiuse all’interno della più grande rete, aperta, che è internet. Tramite l’iscrizione a uno di essi, ogni individuo realizza una propria rete di contatti che può accrescere in proporzione al numero degli iscritti.
Con i social network è possibile condividere informazioni, rimanere in contatto virtuale con il mondo circostante e partecipare alle discussioni promosse dai vari gruppi.
Tra i tanti, Facebook è il mezzo più usato. Facebook nasce con lo scopo esplicito di aiutare gli studenti universitari iscritti al sito a socializzare tra loro. Dietro una tastiera infatti risulta più semplice socializzare in quanto vengono meno alcuni condizionamenti legati ai meccanismi che regolano la comunicazione umana, tra i quali la timidezza.
L’approccio easy alla piattaforma produce però numerosi rischi, soprattutto per i minori.
Facebook infatti potrebbe essere definito come la più grande violazione della privacy se non fosse per il fatto che sono proprio gli utenti a consentire la divulgazione delle notizie personali.
A tal proposito, ribadiamo ancora una volta che tutto ciò che si posta sui social diventa di dominio pubblico! E non tutti gli “amici” che conosciamo on line sono in realtà chi dicono di essere (i cosiddetti fakes).
Molti sono stati gli stalkers o i pedofili smascherati, per non parlare dei ritratti di ignari utenti utilizzati in certe campagne pubblicitarie.
Nella trattazione dei suddetti reati commessi e in materia di diffamazione, in attesa dello sviluppo di una nuova legislazione legata ai mutamenti sociali, i tribunali di tutti i paesi del mondo sono intervenuti più volte con i loro rispettivi codici.
Adesso, in Italia, chi pubblica la foto di un minore senza il consenso di entrambi i genitori rischia una multa di 10000 euro. A stabilirlo è stato il Tribunale di Roma con un’ordinanza del 23 dicembre 2017. L’articolo 96 della legge sul diritto d’autore prevede che il ritratto di una persona non possa essere esposto senza il suo consenso, salve eccezioni. Inoltre, i minori godono di una tutela rafforzata data dall’articolo 16 della Convenzione sui diritti del fanciullo approvata del 1989. La sentenza rafforza la precedente dello stesso tenore stabilita dal Tribunale di Mantova.
Insomma i social non dovrebbero essere considerati giochi. Facebook è una pubblica piazza virtuale e per questo, come tutte le tecnologie, occorre conoscerlo per poterlo utilizzare per evitare di esporre se stessi e sopratutto i propri figli a rischi reali.