Beni per 41 milioni di euro sono stati sequestrati dalla squadra mobile e dalla divisione polizia anticrimine della Questura di Catania a un imprenditore “ritenuto orbitante nell’area di influenza del clan Cappello”.
Il provvedimento del Tribunale, su richiesta della Dda della Procura, fa seguito a una proposta del questore e riguarda beni mobili, immobili ed imprese, in forma individuale e societaria, soprattutto nel settore della grande distribuzione alimentare. Sigilli sono stati posti a 13 supermercati a marchio Gm a Catania e provincia e a conti correnti. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Catania e dispone il “sequestro di beni illecitamente conseguiti da soggetti gravitanti nell’area della cosca Cappello-Bonaccorsi”.
L’operazione è il risultato di una delicata indagine patrimoniale svolta dal pool specializzato nelle Misure di Prevenzione e composto da poliziotti della Divisione Anticrimine e della Squadra Mobile.
Il sequestro, dunque, mette di nuovo le mani nella forza finanziaria del clan Cappello: negli ultimi mesi è stato sequestrato il compendio aziendale riconducibile a Giuseppe Guglielmino, volto imprenditoriale della cosca (come emerge nel processo Penelope in corso a Catania) e anche le società di trasporti riconducibili a Mario Strano, che nel 2007 sarebbe transitato dai Santapaola ai Cappello-Bonaccorsi.