La sentenza della Corte Costituzionale sulle Camere di Commercio: "aprire una pagina nuova che ristabilisca serenità e tuteli il territorio"

Camera di commercio di Catania
La Camera di commercio di Catania
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La recente sentenza della Corte Costituzionale, della quale è stato dato ampio riscontro da diversi organi di stampa, ha messo in discussione l’intero piano di riordino delle Camere di Commercio in Italia, piano che era stato approvato in agosto e che aveva previsto tra gli altri l’accorpamento delle Camere di Catania, Ragusa e Siracusa.

La sentenza ha infatti evidenziato che, ai fini dell’approvazione del piano, sarebbe stata necessaria l’intesa tra le regioni italiane, intesa che invece non c’è stata, essendo stato a suo tempo ritenuto sufficiente il solo parere della Conferenza Stato-Regioni.

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La questione non è secondaria. A differenza del parere infatti l’intesa avrebbe richiesto il consenso unanime di tutte le regioni. Ciò avrebbe assegnato alla Regione Siciliana una evidente posizione di forza attraverso il non indifferente potere di opporsi al piano laddove esso fosse stato ritenuto, come almeno formalmente venne ritenuto, non rispondente agli interessi delle imprese e del territorio. Difesa di interessi legittimi che è invece perfettamente riuscita alla gran parte delle altre regioni le quali hanno ottenuto, in sede politica, una positiva risposta alle loro richieste sul piano di accorpamento. 

Su tale presupposto, per permettere alle regioni di esprimersi come stabilito dalla sentenza della Corte, è stata quindi nuovamente convocata la Conferenza Stato-Regioni per richiedere l’intesa.

Tale nuovo scenario offre quindi oggi alla Regione Siciliana l’opportunità di assumere una posizione a tutela dei diritti delle imprese del territorio, permettendo loro di godere in pieno dei benefici della riforma Madia al pari di quelle delle altre regioni, facendo sì che nel disegno degli accorpamenti si rispettino i principi di rappresentanza geopolitica, si salvaguardino le specificità e le affinità territoriali e si rendano i servizi quanto più vicini alle imprese e alle loro esigenze.

Il Presidente Musumeci ha dichiarato di voler valutare la possibilità di “scorporare le Camere di Siracusa e Ragusa e restituire alla Camera di Commercio di Catania la propria entità”, con l’esplicito obiettivo di ridare serenità non solo ai dipendenti ma anche al mondo produttivo restituendo alle camere la loro funzione originaria “di supportare e sostenere le imprese”.

“Noi lo incoraggiamo a proseguire in questa direzione e ad aprire contestualmente un tavolo di confronto con l’intero sistema delle imprese per permettere di cogliere l’ulteriore opportunità che questa sentenza offre: quella di voltare pagina ripristinando il necessario clima di serenità tra le associazioni di rappresentanza, andando oltre i personalismi, superando i procedimenti legali tutt’ora pendenti in sede amministrativa e concentrandosi sugli interessi delle imprese nell’ambito di un progetto unitario che possa aprire una stagione nuova per le camere di commercio offrendo all’imprenditoria siciliana reali opportunità. E pensiamo anche che come mondo delle imprese se decidessimo di non cogliere questa opportunità daremmo all’esterno il segnale che sono altre le priorità alle quali le associazioni intendono guardare”, dicono i rappresentanti di CNA Catania, CNA Ragusa, CNA Siracusa, CLAAI Catania, CLAAI Ragusa, CLAAI Siracusa, CONFARTIGIANATO Catania, CONFARTIGIANATO Ragusa, CONFARTIGIANATO Siracusa, CONFESERCENTI Siracusa, FEDERCOLTIVATORI ARETUSEA, AGCI Catania, AGCI Siracusa,                                     ASS. TERRITORIO PROTAGONISTA, CONFCOOPERATIVE sede di Catania, CONFCOOPERATIVE  Ragusa, CONFCOOPERATIVE Siracusa, LEGACOOP Catania, LEGACOOP Ragusa, LEGACOOP Siracusa, UNICOOP Catania,                                                                CONFIMPRESE

 

 

comunicato stampa

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