Ristrutturazione degli impianti, voglia di medaglie e crediti universitari agli studenti atleti. Dopo il “terremoto” del commissariamento, il Cus di Catania progetta il 2018

CUS Catania
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CATANIA – Un commissario, Luigi Mazzone, e due vice, Orazio Arancio e Antonio Dima. Il Cus Catania ricomincia da tre, almeno fino all’elezione nel nuovo presidente. Così hanno stabilito i vertici del Cusi, l’organismo nazionale che riunisce i Centri universitari sportivi presenti negli atenei italiani; un mese e mezzo fa, all’indomani delle dimissioni “irrevocabili” rassegnate dal presidente Luca Di Mauro, hanno deciso di commissariare l’ente. Finiva così, con uno strappo, lo scorso novembre, l’avventura di Di Mauro, rimasto al timone del Cus per oltre tre lustri. Dimissioni chiacchierate, arrivate tra l’altro a pochi mesi dalla scadenza naturale del suo mandato, che secondo voci insistenti celano l’invito rivolto, in momenti diversi, a Di Mauro dal rettore Francesco Basile, dai vertici Cusi e dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, a farsi da parte per permettere un’inversione di tendenza.

 

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Tradotto: rimettere in sesto le casse e la reputazione dell’ente che da settant’anni gestisce gli impianti sportivi dell’Università di Catania. Dietrologia a parte (“Se vi sono responsabilità – dice Luigi Mazzone -, saranno gli organi competenti a stabilirlo, nelle sedi preposte”), il commissariamento di per sé è una misura d’emergenza, che serve a mettere al sicuro la nave, già alla deriva, portandola in acque più calme. “È proprio quello che stiamo cercando di fare, senza però perdere di vista la necessità di guardare al futuro e cogliere questa opportunità per progettare, nei limiti imposti dal commissariamento, nuove strategie di rilancio dell’ente”, ci spiega il commissario Mazzone, “cusino” di lungo corso e bandiera italiana della spada. 

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