SICILIA – Rientro a scuola a singhiozzi e con qualche difficoltà: oggi, infatti, molti docenti aderiranno al primo sciopero del 2018, il primo subito dopo le vacanze natalizie. Ad avere maggiori disagi saranno gli alunni delle scuole dell’infanzia e della primaria. A Roma è prevista una manifestazione di protesta davanti al Ministero dell’istruzione mentre nelle altre città italiane ci si recherà davanti gli uffici scolastici Regionali.
I docenti siciliani si recheranno a Palermo.
Motivo dello sciopero, in base a quello che dicono i Cobas, è la vergognosa sentenza del Consiglio di Stato sui diplomati magistrali. La vicenda è complessa e riguarda nello specifico il diritto dei diplomati magistrali prima del 2001-2002 ad essere inseriti nelle graduatorie a esaurimento (Gae).
Da parte delle principali organizzazioni sindacali (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams) è stata chiesta “una soluzione politica in grado di ricomporre i diritti di tutti”, consentendo tra l’altro di “riaprire le graduatorie d’istituto per permettere l’inserimento dei docenti che, collocati in Gae e quindi in prima fascia d’istituto, erano stati esclusi dalla seconda fascia”.
La protesta potrebbe coinvolgere 43.000 docenti (non ancora in cattedra con un posto “fisso”): questo il numero dei diplomati magistrali iscritti nella Gae a seguito dei ricorsi fatti dinanzi al tribunale amministrativo. Oltre a loro ci sono 6000 persone che rischiano di perdere il loro posto di ruolo ottenuto pur con riserva non essendo destinatari di sentenze passate in giudicato.
Una vicenda complessa dal punto di vista giudiziario che, se da una parte non metterà a repentaglio la continuità didattica dell’anno in corso, penalizzerà senz’altro i bambini e la scuola a partire dal mese di settembre quando quei docenti (oggi in ruolo) saranno declassati alla seconda fascia della graduatoria di istituto senza alcuna minima certezza di riprendere le loro classi. Tutto ciò andrà a creare problemi non solo agli alunni ma anche all’intera comunità scolastica che dovrebbe lavorare sempre più in team.
Il Miur nel frattempo ha ritenuto necessario sollecitare il parere dell’Avvocatura dello Stato e, una volta acquisito, si è detto pronto a riconvocare le organizzazioni sindacali. Ma Viale Trastevere ha anche tenuto a chiarire che la decisione presa nell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato (11/2017) “non ha effetti immediati su tutte le situazioni giuridiche soggettive dei diplomati magistrali o dei controinteressati” e che la sentenza “riguarda i diplomati magistrali che hanno conseguito il titolo entro il 2001/2002, che non risultavano inseriti nelle Graduatorie permanenti all’atto della loro trasformazione in Graduatorie ad esaurimento nel 2007 e che recentemente hanno proposto ricorsi per ottenere comunque l’inserimento nelle citate Gae”.
Quindi, ha precisato ancora il Ministero, “la sentenza non ha alcun impatto, né immediato né futuro sui diplomati magistrali, già di ruolo o ancora oggi iscritti nelle Gae, che risultavano già iscritti nelle Graduatorie permanenti nel momento in cui la legge 296 del 2006 le ha trasformate in Graduatorie ad esaurimento. Per essere inclusi nelle Gae avevano dovuto infatti conseguire o l’idoneità in un concorso pubblico per titoli e esami, o frequentare e superare un corso straordinario organizzato dal Miur finalizzato al conseguimento dell’idoneità per la scuola elementare o dell’abilitazione per la scuola materna, corso destinato esclusivamente a coloro che erano in possesso del diploma magistrale o di scuola magistrale e di determinati requisiti di servizio”.
Ma l’Anief non ci sta e fa sapere che “già in due occasioni le Gae sono state riaperte dal Parlamento, nel 2008 e nel 2012, senza attendere il parere dell’Avvocatura dello Stato, peraltro ancora in ingiustificato silenzio”.