CATANIA- Vino e passione sono un binomio indissolubile. Tanti gli imprenditori che ne hanno subito il fascino decidendo di investire economicamente su un mercato sempre più stimolante e non facile da affrontare. Tra gli “uomini del vino” made in Sicily incontriamo in questo scorcio di fine anno Pucci Giuffrida, padre dei preziosi “Vini Al Cantara”, che ha deciso di coniugare intelligenza imprenditoriale, premiata al Vinitaly e al Decanter, e amore per l’immenso ed importante patrimonio culturale della nostra terra.
I vini Al Cantara, sono una realtà importante dell’imprenditoria vinicola siciliana riconosciuta a livello internazionale ma come nasce l’idea di chiamarli con il nome di una poesia o di un poeta?
«Tutti i nomi dei vini s’ispirano a poesie ed autori siciliani come Martoglio, Meli e Tempio, poiché sono testimonianza concreta del grande amore per la nostra terra luogo magico di arte, cultura e infinita bellezza. Non è solo una visione romantica del progetto imprenditoriale ma sono convinto che un buon vino sia poesia. La scelta del nome dell’azienda è stato studiato e voluto con particolare attenzione, non solo perché siamo vicino al fiume Al Cantara ma perché in arabo “Cantara” significa “ponte”, termine che si sposa perfettamente con la nostra mission di legare l’arte e la cultura con la nostra attività vinicola».
Medaglia di bronzo al Vinitaly e medaglia d’argento al Decanter il più prestigioso concorso vinicolo al mondo non solo per la qualità dei vini ma anche per le raffinate e delicate immagini delle etichette. So che ci sono delle novità importanti nella produzione…
«Piano piano stiamo crescendo, abbiamo un’azienda di circa 20 ettari di cui 15 vitati prevalentemente istruiti per i vitigni autoctoni dell’Etna e abbiamo anche un ettaro dedicato alla sperimentazione per il Pinot nero e Cabernet Savignon. Al Cantara non è un’azienda ereditata, ma è un investimento, una scommessa importante iniziata dodici anni fa. Posso affermare con grande piacere e convinzione che dopo la mia famiglia e i miei figli quest’azienda è la cosa più bella che ho fatto».
Il 2017 volge al termine. Com’è andato quest’anno?
«Molto bene. È un anno in cui abbiamo avuto una notevole crescita, più di quanto c’immaginavamo. Siamo molto soddisfatti. Tanti i consensi per un prodotto dall’alta qualità».
Al Cantara è anche impegno concreto verso i meno fortunati…
«Non mi piace parlare molto di quest’aspetto, perché sono convinto che le buone azioni vadano fatte senza troppo clamore, ma in questi anni tra manifestazioni culturali e aste di beneficenza abbiamo destinato ventiquattromila euro a delle associazioni siciliane che si occupano di bambini abbandonati e malattie rare dell’infanzia».
Quale vino ci consiglia per brindare al nuovo anno?
«Darò il benvenuto al 2018 con il mio primo amore “O’ Scuro O’ Scuro” un rosso territoriale dedicato alla poesia di Martoglio oppure per chi preferisce il bianco opterei con “Luci Luci” in segno di speranza per l’anno che verrà».
Prima di salutarci sono doverosi gli auguri di Pucci Giuffrida per il 2018…
«Mi auguro e vi auguro più amore. Ci vogliono più persone innamorate della nostra terra, perché l’amore muove tutto ed è l’unico antidoto alla negatività che ci circonda».