Il giro di vite, sin qui, pare essere servito. Lo dice anche la prestigiosa rivista scientifica “The Lancet”, che, nel primo numero del 2018 dell’inserto riservato alle malattie infettive, dedica ampio spazio alla stretta sulle vaccinazioni obbligatorie decisa dal Governo quest’estate. Quello che sta per concludersi è stato un anno particolarmente intenso e problematico sul fronte dei vaccini. Il 2017 ha registrato la sintesi muscolare, con l’intervento d’urgenza deciso dal ministero della Salute per arginare l’incremento allarmante dei casi di morbillo, di un dibattito che da anni ormai manda in crisi i neo genitori alle prese con il dilemma “puntura sì, puntura no”.
Movimento “Pro-vax” batte, quindi, “No-vax” uno a zero? La tentazione di ridurla a una partita tra schieramenti opposti e apertamente in conflitto solletica ampi strati dell’opinione pubblica. Ma ha senso farne una “guerra tra bande”, quando ci sono di mezzo vite umane, salute e scienza? “Chiaramente no, e questo non fa che danneggiare la diffusione di informazioni neutrali ed esaustive, basate su dati scientifici, che offrano al cittadino strumenti di conoscenza concreti al netto di paure e complottismi”, spiega Mario Cuccia, direttore dell’Unità operativa complessa di Epidemiologia e prevenzione dell’Asp di Catania. Come per tutti gli altri poli territoriali del Servizio sanitario nazionale, anche per l’Asp etnea il 2017 è stato un anno parecchio faticoso sotto il profilo delle vaccinazioni. A cominciare dai primissimi mesi, con l’allarme meningite che ha scatenato il panico tra la popolazione, nonostante le rassicurazioni della comunità scientifica. In quel caso, si è registrato il ricorso spontaneo alla vaccinazione di massa: cittadini preoccupati, senza distinzione d’età, hanno preso d’assalto gli ambulatori per mettersi al riparo dal batterio.
Nel frattempo, un nemico altrettanto insidioso, ma evidentemente sottovalutato, si faceva strada indisturbato: il morbillo, malattia seria e, in determinati casi, potenzialmente mortale. Talmente ignorato che per arginarne l’epidemia in Italia il Governo, quest’estate, ha deciso di procedere sul sentiero del decreto legge, in modo da fare della vaccinazione la condizione necessaria per poter iscrivere i propri figli a scuola pena l’esclusione dalle attività scolastiche o sanzioni pecuniarie.
Sin qui, per dimostrare l’avvenuta vaccinazione o la volontà di mettersi in regola promettendo di far vaccinare i bambini, è bastata un’autocertificazione, da produrre alla propria scuola. “I nostri ambulatori – dice ancora Cuccia – continuano a registrare un’imponente domanda di vaccini. C’è tempo fino al 10 marzo del 2018, dopodiché si aprirà una lunga stagione di verifiche e azioni informative, rivolte soprattutto a quell’ampia fetta di famiglie che necessita di essere opportunamente informata rispetto ai rischi di una mancata vaccinazione”. Il 10 marzo infatti scatta l’obbligo di tradurre l’autocertificazione in certificazione vera e propria, con il necessario corredo della documentazione comprovante l’avvenuta somministrazione dei dieci vaccini attualmente obbligatori nel nostro Paese. Dopo quella data scatteranno le sanzioni a carico degli inadempienti con il risultato che i bambini da zero a sei anni non potranno più frequentare nido o materna, mentre nel caso degli alunni delle elementari e delle medie a farne le spese saranno le tasche dei genitori, con multe fino a 500 euro. Il tutto in seguito a un complesso meccanismo di segnalazioni, richiami, inviti a partecipare a colloqui informativi che vede coinvolti Asp territoriali e dirigenti scolastici. Meccanismo che, sull’onda dell’emergenza, ha dimostrato più di una falla. Per creare un migliore raccordo tra i soggetti coinvolti, Cuccia ha chiesto recentemente all’Ufficio scolastico provinciale di istituire un tavolo tecnico con i presidi delle scuole del comprensorio etneo: “In previsione del 10 marzo, quando scatteranno le sanzioni per i genitori che non si sono adeguati alle disposizioni normative, dobbiamo affrontare la questione in modo omogeneo, altrimenti si rischia sia il caos, considerata la mole di pratiche che dovrà essere evasa dai nostri uffici amministrativi, che il contenzioso giudiziario da parte di chi si oppone”.
L’obiettivo è sempre quello: arrivare al 95 per cento di copertura vaccinale per quanto riguarda l’esavalente e l’MPR (contro morbillo, parotite e rosolia), così da assicurare la cosiddetta “immunità di gregge”, che mette al riparo anche i bambini che per condizioni cliniche sfavorevoli – come, ad esempio, l’immunodepressione – non possono sottoporsi ai vaccini e finiscono con l’essere doppiamente esposti ai rischi del contagio. “A Catania, per ciò che concerne l’MPR stiamo recuperando terreno – prosegue il direttore dell’UOC Servizi di Epidemiologia e prevenzione dell’Asp etnea – ma siamo ancora lontani da risultati tranquillizzanti; con l’esavalente i dati sono più confortanti: viaggiamo intorno al 90 per cento, ma anche in questo caso c’è da recuperare”. Per raggiungere tale traguardo, il 2018 sarà un anno decisivo. Secondo Cuccia, i dati che potranno essere raccolti dopo il 10 marzo renderanno molto più chiaro il quadro sia della copertura vaccinale attuale e prevista sia delle azioni che dovranno essere messe in campo per veicolare un’efficace cultura vaccinale. “La partita più importante si gioca su questo terreno: rendere costruttivo il dibattito e impostare la discussione su un piano di dialogo. La contrapposizione sterile tra posizioni diverse non aiuta a recuperare la fiducia dei genitori nelle istituzioni sanitarie e nella scienza, che è la condizione fondamentale tanto per raggiungere l’obiettivo dell’immunità di gregge quanto per evitare che in futuro si verifichino epidemie altrimenti evitabili”.
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