Prima seduta della nuova Ars. E già ci sono i primi franchi tiratori per l'elezione del presidente dell'assemblea. Tutto rimandato a domani

palazzo dei Normanni, Palermo
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PALEREMO – Si è aperta alle 10,41 di questa mattina la prima seduta della nuova legislatura dell’Assemblea Regionale Siciliana. A presiederla Alfio Papale, il deputato più anziano. I deputati Genovese e Pagana, i più giovani, sono stati chiamati al fianco del presidente per costituire l’ufficio provvisorio di presidenza. 70 i deputati che hanno giurato e preso posto negli scranni a loro riservati in Sala d’Ercole. Per la prima volta i deputati sono 70 e non 90.

Papale, il primo a giurare, ha tenuto il discorso introduttivo: «Occorre accantonare le divergenze di parte e ogni forma di contrasto, la nostra azione deve essere finalizzata al consolidamento dell’autonomia regionale e posta al servizio dei siciliani. Siamo consci di essere di fronte a questioni ancora aperte, ma occorre che lo Stato dia attuazione a quanto contenuto nello statuto regionale».

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Nello Musumeci, insieme a tutti gli assessori nominati, ha preso posto nei banchi destinati al governo.

Prima della seduta, i rappresentanti del M5S hanno deciso di arrivare marciando fuori dal palazzo dei Normanni: il leader siciliano del movimento, Giancarlo Cancelleri, ha tranquillamente ammesso di avere discusso col segretario del Pd, Fausto Raciti per fare fronte comune, come opposizione, al fine di rendere più difficoltosa l’elezione del presidente dell’Ars.

E in effetti così è stato considerando che la prima votazione ha avuto esito negativo: Gianfranco Miccichè, il nome indicato dal centrodestra, ha ottenuto solo 33 voti sui 35 su cui oggi poteva contare.

Il voto era a scrutinio segreto e nella maggioranza qualcuno ha indicato Riccardo Savona. Bianca un’altra scheda. I Cinque Stelle hanno votato per ciascuno dei deputati ma Sergio Tancredi ha ottenuto a sorpresa un voto in più rispetto al numero di parlamentari.

Claudio Fava potrebbe aver lasciato la scheda bianca o votato per Tancredi. In tutto sono stati 56 i votanti ma servivano 47 voti. La maggioranza poteva contare oggi su 35 deputati e non 36 per l’assenza di Pippo Gennuso a causa di un grave lutto.

Nella seconda chiamata il Pd ha continuato a non partecipare alle votazioni, segno che ancora manca un accordo. Seconda chiamata che ha avuto nuovamente fumata nera. Il commissario di Forza Italia ha infatti ottenuto “solo” 35 voti contro i 36 necessari.

La seduta dell’assemblea è stata rinviata a domani mattina. Quando poi ci sarà il ballottaggio tra i due che avranno ottenuto più voti.

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