A Catania si respira gasolio, prima città in Italia per auto circolanti e nessun monitoraggio dell’aria. A rischio la salute pubblica

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CATANIA – Come ogni anno, per il centro di Catania, i giorni che precedono le feste sono caratterizzati dall’altissimo numero di visitatori che animano la città ma con essi, purtroppo, aumentano anche le autovetture che lo invadono. Sopratutto in questo periodo i residenti lamentano la mancanza di un efficiente piano di gestione del traffico.

Infatti, dappertutto, si trovano auto parcheggiate e diversi sono i mezzi che circolano nelle aree pedonali. Ad esempio, non si riesce a distinguere se la Via Etnea è zona riservata ai pedoni oppure no. Infatti, nella storica strada principale, oltre ai mezzi pubblici si notano anche quelli privati. Questi ultimi saranno sicuramente autorizzati al transito ma ciò, secondo tanti, costituisce motivo di pericolo per le famiglie che al centro si recano per gli acquisti o semplicemente per una passeggiata. E’ infatti impossibile pensare di lasciare liberi i bambini tra le auto in movimento. Per questo, spesso, una semplice camminata di relax o di shopping si trasforma in uno stress.

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Ma la vivibilità del centro non è messa in discussione solo dalla presenza dei numerosi mezzi di trasporto, per questo abbiamo cercato di saperne di piu’ sulla qualità dell’aria.

Nonostante il decreto legislativo 155/2000 imponga il monitoraggio della qualità dell’aria per evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi per la salute umana e per l’ambiente nel suo complesso, dai dati pubblicati dal sito dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA http://www.arpa.sicilia.it/storage/#titoloinizio oppure http://moniqa.dii.unipi.it/#mappa-content) e dall’ISTAT si apprende, purtroppo, che Catania è una delle poche grandi città in Italia a non essere dotata di una stazione fissa di monitoraggio. Secondo l’agenzia regionale, l’unico dispositivo presente nella provincia etnea si trova a Misterbianco.

Malgrado l’elevatissimo numero di veicoli che circolano al centro e a dispetto delle norme, non abbiamo quindi i dati relativi agli inquinanti presenti nell’aria ma a naso, in città, si “respira gasolio”. I gas di scarico ammorbano l’atmosfera cittadina fino a tarda sera e la mattina l’odore prevalente sembra essere quello di diossina.

L’ultimo rapporto privato, a cura di Legambiente realizzato in collaborazione con ilSole24ore, risalirebbe al 2015. I dati registrati dai rilevatori mobili superarono il limite consentito dalla legge e dalle direttive europee. Inoltre, secondo una relazione dell’ACI, con quasi 700 auto ogni 1000 abitanti, Catania è la città con più autovetture private in circolazione in Italia e in Europa!

Tuttociò potrebbe costituire un serio problema per la popolazione. Tant’è vero che le sostanze scaturenti dalle marmitte, quali gli idrocarburi, le polveri sottili e l’anidrite solforosa costituiscono un grave pericolo per la salute delle persone, sopratutto per i bambini e per gli anziani. Lo smog, infatti, è stato catalogato nel gruppo1 per l’accertato effetto cancerogeno sull’uomo. Riferendoci alle recenti dichiarazioni del professore Salvatore Sciacca, direttore del Registro Tumori della Sicilia Orientale, in Sicilia è Catania ad avere l’incidenza più elevata dei tumori all’apparato respiratorio e alla tiroide.

Nonostante tutte queste evidenze non ci risulta ancora attiva una stazione di rilevamento dell’aria e degli inquinanti, inoltre le macchine, comprese quelle obsolete, continuano a scorrazzare per il centro storico e per la periferia, a discapito della salute e del decoro urbano.

 

Per molti la chiusura del traffico nel centro storico migliorebbe non solo l’ambiente ma anche la posizione nella classifica sulla qualità della vita delle città italiane. Secondo il dipartimento di statistiche economiche dell’università La Sapienza di Roma, Catania, su 110 provincie, si è piazza nell’anno 2017, al 103esimo posto, perdendo rispetto all’anno precedente dieci posizioni, forse anche per le ragioni che vi abbiamo esposto.

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