CATANIA – Dal porto alla zona industriale e all’interporto: un grande distretto dove, con l’estensione della zona economica speciale (ZES) e gli importanti investimenti previsti dal Patto per Catania, vengano attratte nuove risorse e favoriti nuovi insediamenti per creare sviluppo e occupazione.
È questa la proposta della Cisl di Catania avanzata nella tavola rotonda, che si è svolta oggi a Palazzo dei Chierici, dal titolo “Patto per il Sud ed economia del mare – Opportunità di sviluppo e coesione sociale, tra Zone Economiche Speciali e Patto per Catania”.
Coordinati dal giornalista Daniele Lo Porto, ne hanno parlato Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl nazionale; Claudio De Vincenti, ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno; Enzo Bianco, come Presidente del Consiglio nazionale dell’ANCI; Francesco Basile, Rettore dell’Università di Catania; Mimmo Milazzo, segretario generale Cisl Sicilia, e Maurizio Attanasio, segretario generale Cisl Catania.
«L’interconnessione tra la costituenda ZES e il Patto per Catania – ha esordito Attanasio – si può trasformare in un concreto strumento di sviluppo e di lavoro, se si realizzano le condizioni attraverso un fronte comune tra le parti socioeconomiche disponibili che vogliamo passo dopo passo coinvolgere. Aspettiamo anche il nuovo governo regionale, dopo l’immobilismo del governo Crocetta su tale argomento».
Per Attanasio, «è attraverso la concertazione territoriale nell’area catanese che si può costruire un masterplan strategico per sfruttare al meglio le potenzialità della zona industriale di Catania, dove sono insediati l’interporto e strutture industriali di rilevanza strategica internazionale, vicinissima all’aeroporto e ai più importanti assi viari stradali e ferroviari interregionali». «Riteniamo inoltre – ha aggiunto – che sia strategico far ricadere i benefici derivanti dalla ZES anche nella zona industriale di Belpasso (che è anche estensione di quella di Catania), delle aree di Randazzo e di Caltagirone».
Al sindaco Bianco, Attanasio ha quindi chiesto di convocare la Cabina di regia del Patto per Catania «affinché possano essere dati i giusti input alla Regione per individuare il perimetro dell’intervento, procedere all’istituzione della ZES per l’area catanese e attivare alcune misure che possono supportare l’attuazione dei progetti».
Per Annamaria Furlan, «con le ZES si possono creare le condizioni, in Sicilia come in tutto il Paese, perché sia vantaggioso fare impresa, con incentivi veri, e creare lavoro vero e durevole. Ma dare appetibilità a un territorio significa anche avere una pubblica amministrazione riformata, certezza e snellimento dei tempi della burocrazia, e un rapporto stretto tra percorsi formativi di qualità e bisogni delle imprese.
Per il ministro De Vincenti la direzione individuata è quella giusta. «Congiungere investimenti infrastrutturali, come previsto nel Patto per Catania, e coinvolgendo anche la Regione col Patto per la Sicilia, con le regole specifiche delle ZES, che si basano sulle infrastrutture portuali, retroportuali e sulla logistica – ha sottolineato – rende possibile attrarre investimenti privati attraverso semplificazioni e vantaggi fiscali. Così è possibile ridurre il gap con il Nord e far diventare il Sud protagonista della ripresa italiana come sta già facendo».
Il rettore Basile si è dichiarato pronto a cooperare con gli attori coinvolti «sia con la formazione del personale, sia con il settore della ricerca e sviluppo, mettendo a loro disposizione le professionalità e le strutture all’avanguardia dell’Ateneo, come i laboratori di biotecnologia e nanotecnologia del centro servizi Brit e il Polo tecnologico di Ingegneria».
«La concertazione territoriale a Catania ha permesso di guardare con fiducia al futuro – ha sottolineato Bianco – abbiamo grandi possibilità di crescita grazie al PON Città Metropolitana e grazie alla ZES, con l’estensione dell’area portuale con l’ex cementificio, così da avere una grande opportunità per essere meno periferici e diventare centrali nel Mediterraneo».
«Delle ZES – ha ricordato Milazzo – abbiamo parlato con il nuovo governo regionale e, dopo decenni in cui i porti sono stati trascurati, possiamo sperare finalmente in un cambio di passo. Ma oltre alla vicinanza del governo nazionale, è necessario che la Sicilia sia capace di sfruttare le proprie potenzialità e di un cambiamento culturale: bisogna, ad esempio, essere capaci di progettualità e veloci nelle decisioni per poter sfruttare le ingenti risorse previste nel Patto per la Sicilia».