RAGUSA – “E’ indispensabile uscire da ogni metafora e venire allo scoperto. Chi non appoggia questa amministrazione non lo dica soltanto ma lo dimostri con i fatti. E’ il momento di riprovarci e di staccare la spina”. Si infiamma il dibattito politico a Ragusa. A pochi mesi dalle amministrative c’è chi chiede di pagare il conto, in maniera anticipata, al sindaco pentastellato Federico Piccitto. Sono queste le parole pronunciate, durante le comunicazioni in Consiglio comunale, dai due consiglieri del Partito Democratico Mario D’Asta e Mario Chiavola (nella foto), che hanno lanciato, a distanza di un anno dopo il primo tentativo, la proposta per la redazione di una mozione di sfiducia in grado di coinvolgere tutte le opposizioni.
«La mozione di sfiducia – hanno sottolineato gli esponenti dem – può essere presentata entro il 27 dicembre; poi, in vista della scadenza del mandato, non sarà più possibile. C’è ancora dunque il tempo necessario per prendere, col modo più forte possibile, le distanze da questa amministrazione, dando seguito alle denunce e alle critiche che sono rivolte in serie alla Giunta Piccitto. Chiediamo a tutte le opposizioni un atto di responsabilità. Chiediamo a tutti di rinunciare al proprio destino personale e di pensare al bene più importante, l’interesse generale, il bene comune di questa città».
Ma da dove nasce la presa di posizione dei democratici? Perché ora, a distanza di un anno dal primo tentativo, si sono decisi ad uscire allo scoperto? “Mandiamo a casa questa amministrazione comunale – aggiungono D’Asta e Chiavola – che, tra l’altro, non può più neppure contare su una maggioranza degna di tal nome e che, proprio negli ultimi giorni, con la defezione annunciata della consigliera Gianna Sigona, ha visto perdere ulteriore quota sino a non esistere completamente più. La diretta conseguenza è stata la battuta d’arresto della scorsa settimana sulle pregiudiziali inerenti le variazioni di bilancio. Per non parlare degli indici negativi registrati da tutte le classifiche sulla vivibilità che ci piazzano tra le città con minore appeal d’Italia. E’ necessario porre il tema, in questa fase, dell’interesse generale. Che non può certo essere quello incarnato da una maggioranza che non esiste più. E su cui, tra l’altro, il sindaco Piccitto non ha neppure più alcuna capacità di incidere. Nessun inciucio, dunque, e neppure nessuna stampella nei confronti di questa Giunta M5s. E chiediamo alle altre forze politiche di opposizione di muoversi in questa direzione. Altrimenti tutto quello che sentiamo in aula, da parte di chi critica e poi non agisce, rischia di diventare soltanto un esercizio di stile funzionale a tenere ancora in vita questa deludente esperienza amministrativa”.
“Noi del Pd, invece – concludono D’Asta e Chiavola – lo diciamo chiaro e tondo. Siamo pronti a mandare a casa questa amministrazione, a rinunciare agli scranni in Consiglio comunale e a ridare al più presto la parola agli elettori. La mozione di sfiducia è lo strumento per fare in modo che ciò accada. E i tempi per la presentazione ci sono ancora tutti”.