Castello di Donnafugata, gestione tra alti e bassi. E spunta un’App da 25mila euro. E’ polemica politica a Ragusa

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RAGUSA – Il castello del Donnafugata nel mirino dell’opposizione. L’antico maniero che sorge nelle campagne del Ragusano, gestito dal Comune, è stato al centro, in questi ultimi mesi, di tutta una serie di interventi, da parte dell’amministrazione guidata dal sindaco Federico Piccitto, tesi a valorizzarlo ancora di più anche perché, nel corso dell’anno, il numero dei visitatori è diventato molto consistente. L’idea di realizzare un museo all’interno del castello, con gli abiti di una collezione privata, l’Arezzo Trifiletti, acquistata dall’ente di palazzo dell’Aquila, è stata salutata positivamente da tutti. Non già, però, per il bando riguardante la gestione dello stesso che, a detta della minoranza, presentava alcune anomalie. Per questo, su sollecitazione della Pro Loco, e di alcune forze dell’opposizione come il Pd e Lab 2.0, è stato deciso deciso di revocarlo. C’è adesso, però, un’altra questione posta sotto attenzione.

 

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“Così come è stato revocato il bando per la gestione del museo del castello di Donnafugata, che presentava numerose anomalie, sulla scorta delle nostre puntuali segnalazioni che facevano, tra l’altro, riferimento ad una specifica e articolata denuncia della Pro Loco di Ragusa – dicono i consiglieri comunali dem Mario D’Asta e Mario Chiavola – chiediamo che lo stesso avvenga per la determina dirigenziale con cui il Comune ha deciso di spendere venticinquemila euro per un’App su Ios e Android per fare conoscere le caratteristiche, pure in questo caso, dell’antico maniero”. Ma cosa c’è che non va? Sono gli stessi consiglieri a spiegarlo. “Intanto – sottolineano – una spesa così esosa non trova giustificazione se non per motivi che sfuggono alla nostra comprensione e a quella dei cittadini ragusani. Non ci soffermiamo sulle qualità dei suddetti applicativi che hanno un costo sul mercato molto più basso dato che, come tutti sanno, diventano comunque obsoleti dopo qualche mese dalla messa in opera. Vorremmo invece cercare di capire alcuni passaggi che hanno portato alla ragguardevole spesa di 25.000 euro. Prima di tutto vorremmo sapere perché la documentazione a supporto dell’offerta presentata della ditta proponente che vanta una esperienza decennale nel campo del marketing e della comunicazione digitale non sia stata allegata alla determina in modo tale da permettere a chiunque di conoscere l’esperienza e le reali capacità della stessa. Infatti, nonostante le assicurazioni riportate in determina, che fanno riferimento ad anni di studio nell’ambito della comunicazione dei beni, non risulta che la ditta prescelta sia particolarmente attiva in questo settore visto che, tra l’altro, opera in regime forfettario per l’Iva, prassi questa utilizzata soprattutto dalle aziende in fase di start up o giovanili. Inoltre prendendo spunto da quanto riportato in determina riguardante l’espressa volontà della amministrazione di acquistare un’App e un sito web su “Il Castello di Donnafugata” in rapporto alle somme a disposizione, ci si domanda perché non si è proceduto a mettere a bando tale richiesta nella certezza che molte imprese del settore, con documentata esperienza a livello nazionale ed internazionale, avrebbero presentato i loro progetti e di certo con ribassi apprezzabili”.

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