Nel continuare il viaggio tra il mondo imprenditoriale e soprattutto tra i giovani che hanno deciso di fare impresa: oggi è la volta di Bruno Arena e Salvo Longo che da più di un anno sono riusciti a catalizzare l’attenzione nel loro locale che non è un semplice luogo di ritrovo o un posto dove andare a bere una birra: Bohème è molto di più. E’ una concezione, è uno stile, è un modo diverso di fare impresa e accoglienza a Catania.
Bohème è…facciamocelo spiegare proprio dagli ideatori.
Cosa è Bohème e da cosa nasce?
«Bohème è un cocktail bar che noi ideatori amiamo immaginare e raccontare come un luogo di intrattenimento in cui l’ospite è al centro dell’attenzione. Nasce sotto l’ispirazione dei locali Speakeasy di inizi ‘900, periodo in cui la somministrazione di alcol era proibita e nei retrobottega di tanti quartieri americani si sperimentava la miscelazione alla ricerca di sapori nuovi, che oggi rappresentano i grandi classici del bere bene.Bohème è un cocktail bar che noi ideatori amiamo immaginare e raccontare come un luogo di intrattenimento in cui l’ospite è al centro dell’attenzione. Nasce sotto l’ispirazione dei locali Speakeasy di inizi ‘900, periodo in cui la somministrazione di alcol era proibita e nei retrobottega di tanti quartieri americani si sperimentava la miscelazione alla ricerca di sapori nuovi, che oggi rappresentano i grandi classici del bere bene.
Catania è la capitale dei locali e a Catania piace frequentare posti alla moda: cosa distingue il vostro?
«Bohème nasce da una nostra esigenza: avere in città un punto di incontro per stare e parlare con la gente, per ascoltare buona musica (spesso dal vivo) e sorseggiare un buon drink, creato sempre, rigorosamente, con prodotti freschi, artigianali e homemade.Di fatto, questi principi, che adottiamo tutti i giorni, ricordandoli a chi ci viene a trovare, ci hanno portato a fare un po’ di rumore in giro. Ci sediamo con i nostri ospiti, ci teniamo a conoscere le loro abitudini nel bere, i loro gusti preferiti, per poi consigliare cocktail personalizzati da cucirgli addosso su loro misura».
Siete anche balzati agli onori della cronaca nazionale: che esperienza è stata?
«Ci piace dire sempre che Bohème ci impegna tantissimo tempo, ma che non lavoriamo neanche un giorno al mese. Sentire parlare di noi, aver partecipato a vari programmi televisivi ed essere interpellati spesso per interviste, è senz’altro il frutto di tanto sforzo e altrettanta passione, messi a disposizione del cliente da parte di tutti i nostri collaboratori, senza i quali il nostro progetto non potrebbe essere coltivato con lo stesso sentimento e la stessa perseveranza con cui continua a crescere».
Ogni serata è caratterizzata da temi sempre diversi: a cosa vi ispirate?
«Cerchiamo di portare novità tutte le settimane, per suscitare curiosità e stupore negli avventori: lo facciamo secondo le stagioni, giocando con i prodotti che ci offre il territorio in base al periodo dell’anno, e lo facciamo in base a eventi e ricorrenze, contestualizzando sempre tutti gli aspetti delle nostre preparazioni».
E’ facile o difficile fare impresa in Sicilia e a Catania?
«Per fare impresa è necessario che un connubio di aspetti fungano da giocatori di una squadra e che questi svolgano compiti complementari atti a raggiungere tutti lo stesso obiettivo. Non solo a Catania, ma ovunque. Per fare impresa a Catania, dico sempre che è necessario volere bene i suoi difetti prima ancora di innamorarsi di ciò che di buono che conserva. Prima di tutto perché questo è fondamentale per viverci bene, e poi perché ne vale davvero la pena. Catania è stupenda e i suoi attori pure. Se li sai prendere per mano, puoi accompagnarli dove vuoi. Ci vuole studio, ricerca, pazienza e continuità».
Cosa avrebbe bisogno questa città per decollare?
«Con molta umiltà, ti dico che qualunque posto, per decollare, avrebbe bisogno di più altruis
mo da parte di chi lo vive. Siamo sempre i primi a sbagliare, ma non ci dimentichiamo mai di criticare. Più autocoscienza e più voglia di fare, garantirebbero maggiori benefici. Portare la Mixology in questa città è stata una sfida coraggiosa e pretenziosa. Ma quando credi in ciò in cui ti cimenti e attui metodo e passione, non c’è dubbio che la sfida si possa vincere».
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