“Affettività e sessualità nella disabilità: tra etica, scienza e diritti”

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CATANIA – Esiste il diritto alla sessualità di una persona con disabilità?
Esiste  eccome,  ed  è  paradossale  che  ancora  si  intenda  il  disabile  quale  individuo asessuato,  eterno  bambino  privo  (in  quanto  privato  dalla  disabilità)  di  una  dimensione  umana completa e sfaccettata, che possa contemplare non solo pulsioni ma sentimenti, bisogno di affettività e intimità. Una banalizzazione culturale, che non ha basi scientifiche e  che  confligge  con  la  visione  olistica  del  disabile,  cui  le  più  moderne  metodologie riabilitative  tendono  piuttosto  ad  assicurare  condizioni  globali  di  benessere  e  non  più semplici interventi di tipo assistenziale.

Per  scardinare la cortina  di  silenzio  e  ipocrisia  che circonda  questo  argomento occorre promuovere  il  dibattito.  Farlo  però  non  è  semplice:  riconoscere  l’esistenza  di  una  dimensione  affettiva  e  sessuale  nella  disabilità  significa  prima  di  tutto  fare  i  conti  con  il disagio che  il  tema crea non  solo tra  gli  operatori  e le  famiglie ma  anche nell’opinione pubblica.  Ecco  perché  l’Opera Diocesana  Assistenza di Catania  sente  di  dover  offrire  il proprio  contributo,  forte  di  quasi  sessant’anni  di  esperienza  nel  campo  dell’assistenza  e  della riabilitazione, e lo farà sabato 2 dicembre con il seminario “Affettività e sessualità nella disabilità”, che si terrà nel salone delle riunioni del Presidio di riabilitazione ODA “Fratelli A. e V. Pecorino Paternò” a partire dalle ore 9:00.

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La  data  non  è  casuale:  il  3  dicembre  si  celebra  infatti  la  Giornata  internazionale  della disabilità, occasione privilegiata per creare un momento di confronto e dialogo su un tema così  complesso  e  delicato,  partendo  da  un  approccio  rigoroso  e  multidisciplinare.

Obiettivo:  sgombrare  il  campo  dagli  equivoci  e  dagli  stereotipi,  tenendo  conto  della specificità  che  ogni  diversa  forma  di  disabilità  (psichica,  motoria,  fisica,  sensoriale, congenita e non) porta in dote. Un dibattito a più voci, quello che la Fondazione ODA di Catania intende promuovere e lo fa da un punto di osservazione privilegiato: i suoi quattro Centri di riabilitazione, i luoghi in cui materialmente ogni giorno medici, educatori, operatori, terapisti, psicologi e infermieri si  confrontano con  la  questione, avendo  anche  il  delicato  compito di  dialogare con  le famiglie.  

Le  Strutture  saranno  rappresentate  dai  rispettivi  Direttori  medici  responsabili: Gabriella  Bonaccorsi,  neuropsichiatra  infantile;  Antonella  Ignoto,  neurologa;  Grazia Trovato, neuropsichiatra  infantile;  Giusi  Romeo,  neuropsichiatra  infantile.  Al  seminario interverrà anche l’Asp 3 di Catania, rappresentata da Marco Ciriacono, neurologo, fisiatra e direttore U.O.C. Handicap, e da Maria Concetta Cannella, psicologa e direttrice U.O.C. Servizi  di  Psicologia.  Focus  anche  su  affettività  e  sessualità  nell’autismo,  che  saranno  al centro  dell’intervento  di  Domenico  Mazzone,  neuropsichiatra  infantile,  già  docente  di Neuropsichiatria infantile alla Facoltà di Medicina dell’Università di Catania e direttore della Scuola  di  specializzazione.  Spazio  poi  ai  “protagonisti”:  famiglie  e  disabili  stessi  daranno voce  alle  storie  di  solitudine  e  disagio  di  chi  si  trova  a  dover  fare  i  conti  con  i  bisogni individuali e dei propri cari, in un contesto sociale ancora assai impreparato a riconoscere piena  dignità  al  patrimonio  emotivo  dei  disabili.  In  questo  senso,  si  pronunceranno  Rosi Marino,  presidente  dell’associazione  Geshan  –  Genitori  soggetti  handicappati,  e  Salvo Mirabella, presidente dell’associazione “Come Ginestre”.

Il seminario sarà introdotto da S.E.R. Mons. Salvatore Gristina, Arcivescovo metropolita di Catania, e moderato da Padre Antonino Sapuppo, docente di Teologia morale e bioetica allo Studio teologico San Paolo di Catania.

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