Sostegno alle vittime della tratta e dello sfruttamento lavorativo, la cooperativa Proxima da Ragusa ad altre zone della Sicilia

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RAGUSA – Da Ragusa ad Agrigento. Così come nel resto della Sicilia orientale e centrale. Il progetto Fari 2.0 della cooperativa iblea Proxima contro lo sfruttamento lavorativo e sessuale approda anche nella valle dei Templi. Domani, giovedì 30 novembre, infatti, gli operatori della cooperativa parleranno delle vittime di tratta e del loro sfruttamento, illustrando nel dettaglio il funzionamento del Sistema nazionale antitratta occupandosi anche della presentazione del progetto Fari 2.0.

Ad illustrare i contenuti, a partire dalle 10, dopo i saluti istituzionali, sarà Ausilia Cosentini, coordinatrice del progetto in questione mentre, nella sala Giglia del Libero consorzio comunale di Agrigento, interverranno anche Caterina Melai, psicologa e psicoterapeuta, e Roseline Aiureghia, operatrice pari di origine straniera, entrambe in forza alla cooperativa sociale Proxima. E’ in programma anche la proiezione di un video sul rito wodoo con cui i trafficanti di donne soggiogano la volontà delle vittime. “Operiamo da quasi quindici anni in differenti province della nostra isola – sottolinea Ausilia Cosentini – dove abbiamo riscontrato e continuiamo a riscontrare dei casi di tratta e sfruttamento. Con l’incontro informativo vogliamo sensibilizzare e informare le istituzioni e la società civile sul fenomeno della tratta che viola la dignità e i diritti umani della persona. Ringraziamo il Libero consorzio comunale di Agrigento per essere diventato partner del nostro progetto che punta a contrastare lo sfruttamento lavorativo e sessuale. Altri nostri partner sono la Prefettura di Agrigento, la Cgil, la cooperativa Quadrifoglio. Da Ragusa, dopo le esperienze maturate nel corso degli anni, portiamo nelle altre province della Sicilia un know how sociale che speriamo possa essere apprezzato”.

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“Ci sforziamo sempre, per quanto possibile – afferma la presidente della coooperativa, Ivana Tumino – di denunciare la gravità del fenomeno e sensibilizzare ulteriormente le istituzioni e la società civile, favorendo la crescita di un contesto culturale e sociale che supporti l’inclusione delle persone vittime del fenomeno”. Dal 2003 ad oggi, la Proxima ha cercato di offrire alle vittime di tratta una possibilità diversa. L’attività si è orientata prevalentemente sul versante dello sfruttamento sessuale e dell’immigrazione clandestina. Per la prima tipologia sono state accolte donne provenienti dalla rete nazionale degli enti della tratta, enti che come Proxima operano sul territorio nazionale; per l’immigrazione clandestina, accoglienza a fasi alterne, dall’inizio dell’attività. Per quanto concerne, invece, l’aspetto dello sfruttamento lavorativo, l’attenzione al fenomeno è ancora relativamente giovane, appena sei anni. Nei primi dieci anni di attività, dal 2003 al 2013, la Proxima ha fornito sostegno a centoquarantotto persone vittime di tratta e grave sfruttamento. Assieme a loro anche 26 minori, figli delle vittime. E tutto ciò non è accaduto in un posto imprecisato. Bensì in provincia di Ragusa, in particolare nell’area della fascia trasformata compresa tra Vittoria, Acate, Santa Croce Camerina, Scoglitti. Ora la cooperativa sta rivolgendo la propria attenzione, con progetti specifici approvati dal dipartimento Pari Opportunità del Governo nazionale, anche ad altri versanti della Sicilia sud orientale e centrale. La provincia di Agrigento è uno tra questi.

 

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