CATANIA – Meglio preservare la stabilità delle case oppure la funzionalità della linea metropolitana? Nel quartiere di Cibali il dibattito è aperto tra gli abitanti di via Galermo, che si ritrovano l’appartamento pieno di crepe per i lavori sotterranei, e le migliaia di pendolari, provenienti dai paesi dell’hinterland etneo, che ogni giorno utilizzano la littorina. «Qui la situazione sta diventando paradossale- dice Rosario Perdichizzi- quello che sta succedendo a mio suocero è sotto gli occhi di tutti; anche dei diretti responsabili che hanno stabilito l’ammontare dei danni da risarcirgli. Parliamo, però, di cifre che non coprono il reale valore dei danni e così- prosegue Perdichizzi- per mio suocero, e tutti quelli nel palazzo nelle sue stesse condizioni, è cominciata una battaglia legale a suon di carte bollate».
In strada le crepe sulla pavimentazione sono evidenti. Fratture che, secondo i residenti della zona, sono state causate dal cantiere per la realizzazione della galleria sotterranea. Non solo, oltre ai danni nelle abitazioni vicine, il cantiere per la metro deve fare i conti anche con gli eventuali allagamenti. Ovvero l’acqua che filtra dal sottosuolo e invade il cantiere. «Quello di Cibali- racconta Carmelo Lizzio, pensionato di 87 anni- è un quartiere caratterizzato da sorgive antichissime che, nel corso dei secoli, dall’Etnea, si sono fatte largo tra la roccia per raggiungere il mare. L’edificazione selvaggia nella seconda metà degli anni ’50 del secolo scorso ha provocato sconvolgimenti idrogeologici ma i lavori della metropolitana rischiano di dare il colpo di grazia al territorio».
«Un esempio evidente- spiega Alessandro Cosentino, titolare di una macelleria- lo abbiamo in piazza Bonadies: puntualmente dopo ogni pioggia la pressione della sorgiva diventa talmente forte che fa letteralmente saltare i tombini e allagare intere strade. Da qui la richiesta di svolgere uno studio di canalizzazione per tutti quei condotti sepolti dai terremoti e degli smottamenti del terreno negli ultimi 150 anni».
Le carte a disposizione dei geologi mostrano il corso delle acque dalla fonte fino al lavatoio di Cibali. Poi il tutto si perde senza avere la possibilità di effettuare i controlli del caso. Si tratta di una situazione molto pericolosa perché si parla di centinaia di migliaia di litri che vanno a confluire chissà dove.
«La conformazione di questo quartiere è molto diversa dagli altri- dichiarare Carmelo Cosenza, geologo dilettante- e per questo vanno prese tutte le precauzioni del caso. La metropolitana è un’opera fondamentale per l’intero rione va il cantiere va ultimato senza ulteriori disagi o problemi per i cifaloti».
Dunque è il secondo quartiere della città che deve purtroppo guardare la faccia meno positiva della costruenda metropolitana: nei giorni scorsi, infatti, abbiamo trattato il caso di Corso delle Province.