Dopo il grande successo dello scorso anno torna a grande richiesta sul palco del Teatro Ambasciatori di Catania il musical “I Promessi Sposi. Amore e Provvidenza”, in scena dal 24 al 26 novembre
Abbiamo incontrato il regista e attore protagonista dello spettacolo Alessandro Incognito che ci ha parlato del grande lavoro corale che è stato svolto e della soddisfazione che questa complessa e bellissima opera sta regalando a tutti i suoi interpreti.
Torna sul palco il musical de I Promessi Sposi, quanto è stato difficile mettere in scena un’opera come quella del Manzoni, ben costruita e sicuramente complessa?
«La difficoltà principale è stata quella di alleggerirlo un po’, non nei contenuti ma nell’aspetto più pedante della scrittura di Manzoni. L’opera possiede però una ricchezza di sentimenti e noi proprio quelli abbiamo cercato di estrapolare, rendendo il romanzo più contemporaneo e appetibile per lo spettatore moderno».
Il vostro musical conquista molti giovani riuscendo così sia a riavvicinarli al teatro, sia a fargli riscoprire il romanzo “I Promessi Sposi”, che da sempre è croce e delizia di tanti studenti.
«Il fatto che sia “imposto” nelle scuole da un lato è sicuramente positivo, perché al grande pubblico si presenta un’opera di indiscusso valore e spessore non solo letterario ma anche artistico e umano. Da un altro punto di vista, il fatto che venga proposto ad un’età molto giovane, comporta che coloro che ne sono i fruitori non riescono a cogliere tutto ciò che l’opera esprime. Non sempre però è colpa dei ragazzi ma a volte gli insegnanti non hanno i mezzi per esprimere al meglio le potenziali che possiede il romanzo di Manzoni. In molti vedono i Promessi Sposi come un’opera didattica trascurando invece che si tratta di un’opera d’arte e in quanto tale andrebbe spiegata e introdotta con un linguaggio diverso».
Tu, oltre ad essere il regista dello spettacolo, interpreti anche il ruolo del protagonista Renzo Tramaglino, è stato difficile calarti nei panni del personaggio?
»No difficile no, intanto per l’età, perché io e Renzo siamo coetanei e proprio per questo condividiamo molti aspetti, non tanto del carattere, quanto per esempio il punto di vista con cui guardiamo la realtà. La cosa più complessa nell’approcciarsi ad un personaggio è quella di riuscire a rendere tutte le sfumature che un personaggio ha da dare, da offrire in modo che il pubblico attraverso la tua interpretazione le riesca a cogliere, quindi sicuramente la difficoltà più evidente è quella di riuscire ad essere emozionante e comunicativo per lo spettatore che assiste alla rappresentazione».
Il musical è un vero lavoro di squadra, siete un cast numeroso di giovani e talentuosi performers.
«Siamo 33 artisti sul palcoscenico tra attori, cantanti e ballerini. Il personaggio di Lucia è interpretato da Maria Cristina Litrico, poi ci sono altri personaggi importanti interpretati da bravissimi attori. A fianco a me nella realizzazione dello spettacolo ho avuto tre grandi professioniste tra cui Gisella Calì, a cui è affidata formalmente la regia associata, ma di fatto è stata una vera regia a quattro mani perché siamo stati sempre uniti nel prendere le decisioni, confrontandoci su tutto, è stata un appoggio fondamentale per me. Le coreografie sono di Erica Spagnolo e la direzione musicale è stata affidata a Lilla Costarelli. Queste tre meravigliose donne hanno fatto si che insieme alle mie idee e a tutto ciò che ognuno di noi poteva dare artisticamente, si realizzasse uno spettacolo sicuramente piacevole».
di Agnese Maugeri